La voglia di essere sempre un passo avanti ha contraddistinto sin dagli inizi, 70 anni fa circa, l’attività di Ruggeri, storica azienda produttrice di Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg.
Un’innovazione che, però, non dimentica il legame indissolubile tra vino e territorio. Con l’intento di preservare la diversità biologica delle viti, assieme al Consorzio di Tutela la
Ruggeri ha iniziato un percorso di recupero del patrimonio ampelografico di Valdobbiadene. Nel 2012 è stato piantato un vigneto sperimentale dove da sette anni si coltivano più di 100 viti di cloni antichi di Glera, Bianchetta, Verdiso e Perera.
A Vinitaly Ruggeri ha portato la sua novità: «Finalmente possiamo presentare il nostro Valdobbiadene Extra Brut - spiega il titolare
Paolo Bisol - un prodotto molto secco con soli 4 grammi di residuo zuccherino per litro che va incontro alle tendenze del momento. Non rinneghiamo la nostra tradizione, ma cerchiamo di conquistare una fascia di consumatori nuovi. Andiamo incontro alle esigenze di mercato per quanto possibile e al mercato estero soprattutto perché siamo presenti con almeno una bandierina in quasi 60 Paesi anche grazie al boom internazionale del Prosecco».
Anche per quanto riguarda l’evoluzione delle tecniche agronomiche, la Ruggeri è in prima linea nel testare metodologie sempre più efficaci di lotta integrata. Con l’utilizzo sperimentale degli induttori di resistenza, una tecnica innovativa che agisce direttamente sul sistema immunitario della vite, si stanno facendo grandi passi avanti verso la salvaguardia non soltanto della vite, ma anche del territorio.
I conferitori della Ruggeri sono donne e uomini di vigna, famiglie dedite da generazioni alla coltivazione della vite nelle scoscese colline di Valdobbiadene. Alcune di queste viti sono state poste a dimora più di 100 anni fa. L’estrema cura e il profondo rispetto riservati ai vigneti hanno permesso alla Ruggeri di pensare per prima a una selezione che potesse valorizzare questo meraviglioso patrimonio di longevità e diversità, come avviene soltanto nei grandi territori mondiali del vino. Dalla scelta accurata di circa 2.500 viti di età compresa tra i 90 e i 110 anni, nel 2005 vede la luce il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg “Vecchie Viti”, il primo spumante della sua categoria ottenuto unicamente da viti così antiche, la cui resa è molto limitata ma di altissima qualità.
Paolo Bisol
Da lungo tempo la Ruggeri ha iniziato un percorso teso alla creazione di Prosecchi capaci di esprimere grande piacevolezza e qualità dopo 4/6 anni dall’imbottigliamento, raccontando complessità olfatto gustative inaspettate. In particolare, assieme al saper fare che viene dall’esperienza e dalla passione, il progresso del lavoro in vigneto e le notevoli innovazioni in cantina degli anni ’90 hanno consentito infine di mantenere il vino base sempre a contatto coi propri lieviti, con chiari vantaggi sia per l’espressione organolettica, sia per la longevità. Forte dei suoi risultati, già nel 2011 la Ruggeri ha proposto una verticale giunta fino all’annata 1995. In questa occasione il Giustino B. ha confermato tutta la sua capacità di maturazione e affinamento.
Questa volta Paolo Bisol, con l’agronomo e gli enologi della Ruggeri, sempre curiosi e disposti a mettersi in gioco, hanno voluto sfidare il tempo, “dimenticando” e seguendo passo dopo passo, la permanenza in autoclave di un Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg per un tempo molto più lungo di quanto mai nessuno abbia fatto sinora. Una sfida che la Ruggeri ha vinto e il cui frutto sarà lieta di presentare all’inizio dell’estate.
Per informazioni:
www.ruggeri.it