Approvata dal Senato la norma sull'obbligo di etichettatura di origine per tutti i prodotti alimentari. Consente di adeguare ed estendere l’etichettatura obbligatoria del luogo di provenienza geografica.
In Italia l'
obbligo di indicazione d'origine esiste solo per pelati e concentrati di pomodoro, latte e derivati, riso, grano della pasta e pollo. L’Ue lo estende anche alla carne di pollo e ai suoi derivati, alla carne bovina, alla frutta e alla verdura fresche, alle uova, al miele, all'olio extravergine di oliva e al pesce.
Con l'emendamento contenuto nel decreto Semplificazioni viene così data la possibilità di estendere l'obbligo anche ad altri alimenti. In attesa del decreto restano ancora senza l'etichetta d'origine salumi, carne di coniglio e trasformata, marmellate e succhi di frutta, legumi in scatola, frutta e verdura essiccata, pane, insalate in busta e sottoli.
«Vince il Made in Italy, vincono i produttori onesti e i consumatori che ora potranno scegliere in totale trasparenza», ha commentato il ministro delle Politiche agricole
Gian Marco Centinaio. «Niente più informazioni ingannevoli né falsi sulle nostre tavole. Lo avevamo promesso e ora portiamo a casa questo importante risultato. Ce lo avevano chiesto i cittadini, le associazioni di categoria e le nostre aziende che ogni giorno, con il loro lavoro e le eccellenze agroalimentari prodotte, portano in alto il nome del nostro Paese nel mondo. Noi siamo dalla loro parte».
«È una grande vittoria per agricoltori e consumatori per dare la possibilità di conoscere finalmente la provenienza della frutta impiegata in succhi, conserve o marmellate, dei legumi in scatola o della carne utilizzata per salami e prosciutti fino ad ora nascosta ai consumatori», ha commentato il presidente Coldiretti
Ettore Prandini. «Ma anche difendere l’efficacia in sede europea dei decreti nazionali già adottati in via sperimentale in materia di etichettatura di origine di pasta, latte, riso e pomodoro».
Negativo invece il commento di Federalimentare. «Le norme che possono migliorare le informazioni per i consumatori sui prodotti alimentari sono fondamentali ma in materia di etichettatura devono essere discusse e condivise a livello europeo e non solo italiano», ha dichiarato all’
Ansa il presidente
Ivano Vacondio. «La difesa della trasparenza dei prodotti e dell'informazione dei consumatori è sacrosanta a maggior ragione quando riguarda la difesa del nostro made in Italy, ma la questione dell'etichettatura è materia armonizzata a livello europeo. Questo proprio per evitare di introdurre obblighi valevoli per le sole imprese nazionali che, in questo modo, sarebbero le uniche a sostenere l'aggravio dei relativi costi, trovandosi così in svantaggio competitivo rispetto alle altre imprese dell'Ue che non si vedrebbero applicare tale normativa. Fughe in avanti come la tendenza all'introduzione di norme nazionali su materie armonizzate a livello comunitario è penalizzante e nociva per il nostro Paese. Per questo, Federalimentare auspica una modifica della proposta attuale e una riapertura del dibattito in sede europea».