I concorsi e le gare di cocktail sono momenti di crescita professionale per i barman. Punti d’incontro di culture, arte e creatività legate al buon bere e occasioni per arricchire il proprio bagaglio tecnico e spirituale.
Con il confronto si cresce, così come migliora l’autostima che per un professionista che fa il nostro lavoro è molto importante. I concorsi sono nati nell’immediato dopoguerra con il nascere delle associazioni di settore storiche dell’Iba e per 50 anni sono stati gestiti dalle stesse con il prezioso aiuto finanziario delle grandi aziende produttrici liquoristiche e non, che vedevano in noi il mezzo più professionale per far conoscere la qualità dei loro prodotti.
Nell’ultimo ventennio le cose sono un po’ cambiate. Da una parte le associazioni si sono sempre più indebolite e frammentate, soprattutto da un punto di vista deontologico, dall’altra le aziende che prima erano a carattere familiare ora sono diventate succubi delle leggi del marketing per sopravvivere in un mercato sempre più ricco e complesso. Oggi c’è la necessità di operazioni promozionali efficaci con risultati immediati sul mercato delle vendite.
Per questo motivo le grandi aziende si sono organizzate con i loro potenti mezzi per creare in prima persona concorsi ed eventi mirando soprattutto alla valorizzazione del loro prodotto. Per farlo si appoggiano a figure professionali molto conosciute grazie anche ai social oppure ai locali, dimenticando così i principi fondamentali delle associazioni che miravano a salvaguardare la professionalità e la valorizzazione della figura del barman.
Il barman va premiato: per la presenza e la divisa; per la tecnica, lo stile, la classe e la professionalità; per il gusto e la ricetta, che denotano conoscenza della materia prima e creatività; per la cultura merceologica, quella vera, non quella legata alla promozionalità del brand, piuttosto che premiare Tizio e Caio perché hanno il locale famoso e vendono tanti prodotti dello sponsor specifico.
Il nostro lavoro è fondato sul business, per fortuna, ma non deve essere fine a se stesso. Non dobbiamo rinnegare cioè i nostri principi e la nostra professionalità deontologica. Per questo motivo ritengo che la soluzione migliore sia quella di individuare le associazioni più serie e dare loro in mano l’organizzazione dei concorsi, non solo lo svolgimento, nel rispetto della nostra figura professionale. I grandi concorsi poi, a parte quelli specifici organizzati e riservati alle singole associazioni, dovrebbero essere aperti a tutti i professionisti, come testimoniano i due grandi concorsi storici autunnali che stiamo organizzando come Abi Professional: l’Elba Drink nella bellissima Isola d’Elba e SkyWay, la gara di cocktail più alta d’Europa, che si svolge a 3.600 metri sul monte Bianco.