Si chiamava Novecento, prima, la trattoria romana di via dei Conciatori 10, aperta nel 2004 nel quartiere Ostiense da Ambrogio Mori che della passione della cucina aveva fatto un progetto di vita per sé e per la famiglia.
Oggi i figli
Alessandro e
Francesco Mori hanno sviluppato il percorso ristorativo fino al punto di abbandonare il vecchio nome di fantasia del locale e chiamarlo come in effetti è: "
Osteria Fratelli Mori".
Alessandro e Francesco Mori con la mamma Giuliana
Ma oltre alla migliore cucina della tradizione romana questo è anche un luogo di poesia. Sulle pareti i Poeti del Trullo, un celebre gruppo di street poets di periferia, hanno scritto versi che parlano della vita, della convivialità a tavola e dell'approccio al cibo, con parole di un romanticismo urbano contemporaneo come queste: “So’ piatti e tradizioni der popolo romano / Ricordi tramandati e passati mano in mano / Perché se stamo ‘nsieme, tavola imbandita / L’affronteremo mejo le sfide de la vita".
Cacio e pepe
Ma non c'è niente di forzatamente rustico o approssimativo. Alessandro e Francesco si sono preparati alla sfida con impegno e rigore. Entrambi sommelier e profondi conoscitori dell'agroalimentare laziale, si fermano volentieri tra i tavoli a parlare di stagionalità e cotture. Ma, prima ancora, sono i piatti a dimostrare la loro competenza, a cominciare dagli antipasti, come i Fritti e i Fiori di zucca ripieni accompagnati da focacce calde di forno. La loro Vignarola racchiude i gusti della primavera, mentre d'autore sono i formaggi e i salumi, compresa l'incursione iberica a base di chorizo e pata negra.
Il menu non è sterminato, ma c'è di che soddisfare ogni aspettativa. Omaggio alla città e alla cucina di casa sono alcuni primi "firmati" come la Gricia con i carciofi o le Fettuccine con guanciale, carciofi e pecorino, oltre ai superclassici Spaghettoni alla Carbonara, Amatriciana o Rigatoni al sugo di coda. Impossibile resistere alle croccanti Polpette di bollito, al Pollo ubriaco, alla Guancia di maialino al vino rosso e scalogno cotta a bassa temperatura o allo Spezzatino di cinghiale. I contorni sono sempre verdure freschissime come puntarelle, broccoletti e cicoria di campo che arrivano dal mercato del Testaccio.
Una ventina le pizze in lista, classiche o di fantasia. Ma sarebbe un peccato trascurare il dessert: la Ricotta di Ambrogio (bufala, scorza d'arancia candita e pistacchio caramellato), la Crostata di ricotta e visciole e le torte di mamma Giuliana, che sempre presente accoglie chi arriva come un ospite gradito. Modesto il ricarico dei vini, tutti selezionati tra le migliori cantine laziali e nazionali. Vincente anche il rapporto qualità-prezzo, tenuto conto dell'assoluta qualità e tracciabilità di quanto arriva in cucina.
In allegato il menu dell'Osteria Fratelli Mori.
Per informazioni:
www.osteriafratellimori.it