Una conduzione familiare con controllo quasi giornaliero delle piante, trattamenti quanto più naturali possibili, potature annuali, raccolta manuale di olive sane e verdi e cura nella conservazione.
Sono questi i principali ingredienti di qualità per cui gli extravergini di
Terre di Shemir già a giugno sono tutti venduti e non a poco prezzo.
Francesco Pellegrino, anche se i suoi nonni si dedicavano all’agricoltura, faceva altro, si mette giovanissimo in pensione ed acquista nel 96 una tenuta di 36 ettari che comprendeva 1.500 ulivi secolari e vigneti. Comincia ad imparare, documentandosi ed informandosi, e passa la prima stagione a capire come agire per ricavare un olio di grandissima qualità. Siamo a Trapani in contrada Guarrato, una campagna leggermente ondulata a poco più di 100 metri di quota, particolarmente vocata all’ulivo e alla vigna.
Francesco Pellegrino
Nella zona le cultivar quasi totali sono Nocellara del Belice, Cerasuola e Biancolilla, cultivar ciascuna con le proprie caratteristiche e proprietà, per cui Pellegrino sperimenta le varie miscele, partendo da moliture di monocultivar. Il primo anno passa così, nel 98 comincia la vera commercializzazione con un’unica etichetta dal fruttato intenso. Ha subito successo, vince premi e menzioni per cui si piantano altre 1.500 piante. Oggi la famiglia Pellegrino, che da anni può contare sull’opera della figlia Irene, perito agrario ed enologo, e del genero Salvatore Di Trapani che ogni giorno mette le sue mani in campagna, ricava l’olio dai 22 ettari di proprietà più altrettanti presi in affitto e condotti personalmente e nonostante che precocemente venda tutto la produzione preferisce non comprare olio prodotto da altri, indice di serietà e garanzia.
Francesco ed
Irene non aderiscono al biologico perchè troppo burocratizzato e perchè, nei pochi anni in cui si verificano attacchi parassitari, preferiscono fare qualche trattamento indispensabile con prodotti non troppo invasivi e in tempi lontani dalla raccolta, così si possono mantenere un’altissima qualità e caratteristiche organolettiche di eccellenza. Negli anni normali le piante sono trattate con solo rame e calce, con zolfo in inverno, concimate con stallatico e col sovescio di favino, ma specialmente si vantano dell’ispezione personale e costante dell’evoluzione di tutte le piante.
Per scelta non possiedono frantoio, preferiscono sceglierne uno buono nella zona, di grande capacità per molire senza attese, pagarlo più della tariffa usuale in modo da garantirsi un’esclusiva gestione giornaliera delle olive che vi arrivano 2 volte al giorno. Con tutte queste attenzioni diventa facile fare extravergine eccezionale, che è adottato in molte cucine di grandi cuochi, anzi proprio per venire incontro alle loro richieste accanto al Fruttato Intenso hanno introdotto il Delicato con maggiore percentuale di Biancolilla. Completa l’offerta l’Irè, un Dop Valli Trapanesi.
Irene Pellegrino
Dei 3 oli degustiamo l’Intenso, quello che più sa di Sicilia, 60% Cerasuola, 30% Biancolilla, 10% Nocellara, un lungo palmares nelle più importati competizioni. Raccolta manuale con agevolatori che è iniziata a fine settembre con le olive ancora verdi, facendo aprire l’attività del frantoio, subito a molire con frangitore a martelli e a dischi, decanter a due vie, quindi senza aggiunta di acqua per non diluire la ricchezza di polifenoli, filtrazione a cartoni, stivaggio in silos sotto azoto.
Il colore è verde brillante, al naso una sensazione netta ed intensa di carciofo verde poi cicoria, mandorla, timo e poco pomodoro, un olfatto pulitissimo, fragrante; fragranza che si ritrova al palato col carciofo che ritorna prepotente, col sapore dell’oliva verde, un equilibrato amaro ed un piccante presente ma affatto invadente, insomma un olio di grande qualità e gusto che invoglia a goderlo crudo con un buon pane di semola, meglio se ancora tiepido. Per il suo equilibrio è di uso pressoché universale, tuttalpiù, secondo i gusti, meno adatto con pesce delicato al vapore.
Per informazioni:
www.terredishemir.com