In calo del 30% in Italia la produzione vitivinicola quest'anno, a causa delle condizioni climatiche. A stimarlo è Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, nominato a capo dello staff di enologi di Codice Citra. «L'Abruzzo ha una grande tradizione, il suo problema è che non è bravo a farsi conoscere».
Le particolari condizioni climatiche di questa annata, in cui non sono mancati periodi di siccità alternati a grandinate, oltre ad anticipare in molti casi la raccolta, hanno portato ad una
riduzione della produzione pari a circa il 30%. A sostenerlo è
Riccardo Cotarella, presidente nazionale di
Assoenologi, nominato a capo dello staff di enologi di
Codice Citra, insieme a Davide Dias, Lino Olivastri, Ludovica Crugnale e tutti gli enologi e agronomi delle cantine associate.
Riccardo Cotarella (foto: Giovanni Bordin Wine Consulting)
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Non è affatto stata l’annata del secolo, come ritengono erroneamente alcuni e - spiega il numero uno degli enologi italiani - anche se i dati appena diffusi sulla produzione di quest’anno stimano un calo di produzione tra il 21% e il 24%, temo che alla fine si arriverà ad un meno 30%. A causare questo crollo di produzione gli sbalzi climatici che hanno condizionato la normale crescita delle viti. Dove però c’è stata una giusta gestione dei vigneti, anche con congrui impianti di irrigazione, ci sarà una buona qualità delle uve e dunque avremo dei vini all'altezza delle nostre aspettative».
Sulle potenzialità dei vini abruzzesi Cotarella, che ha già seguito alcune cantine, ha deciso di scommettere in prima persona, sposando il progetto di Codice Citra nella promozione degli autoctoni. «L'Abruzzo ha una grande tradizione, è una regione legata alla viticoltura da tempi antichi, ha grandi potenzialità e tante eccellenze come il Montepulciano, la Passerina, il Pecorino, il Montonico, la Cococciola, che presentano caratteristiche eterogenee, a seconda dei territori di provenienza, che crescano in collina o a livello del mare. Il problema dell'Abruzzo è che non è bravo a farsi conoscere, anche nel vino, sono due, tre, quattro cantine al massimo che rappresentano tutta la regione, invece ci sono mille realtà interessanti, che meritano di essere valorizzate e comunicate, di qui anche la decisione di aderire al progetto di Codice Citra, per me una nuova sfida a cui mi accosto con grande entusiasmo».
Codice Citra, la più grande realtà vitivinicola abruzzese con i suoi 6mila ettari di superficie vitata, 3mila famiglie di soci vignaioli, 9 cantine associate, ha pensato a Riccardo Cotarella come ad un grande allenatore, che con la sua determinazione e autorevolezza guiderà il Codice Citra Wine Team. «Metteremo in campo le nostre risorse insieme alla sua esperienza, non solo come enologo - precisa il presidente
Valentino Di Campli - ma soprattutto come team leader». Tra gli obiettivi affidati a Cotarella: l'analisi approfondita del potenziale vitivinicolo; la valorizzazione dei “cru” produttivi più interessanti; la crescita professionale dello staff tecnico aziendale; l'individuazione delle tipologie di vino sulle quali avviare un percorso di upgrade al fine di migliorarne sia il profilo qualitativo che l’immagine; la costruzione di una relazione più forte e costruttiva con i responsabili tecnici e i soci delle 9 cantine partner; l'individuazione di contenuti tecnici, legati sia al vigneto che ai vini, capaci di aumentare il valore della comunicazione dell’azienda.
«Fin dalla sua fondazione, ben 44 anni fa, Codice Citra - spiega il presidente Valentino Di Camoli - ha come mission il raggruppamento delle più importanti realtà vitivinicole della provincia di Chieti per selezionarne, controllarne e valorizzarne la migliore produzione enologica da un unico punto di vista: la qualità. E proprio la qualità continuerà ad essere il faro guida della collaborazione, appena nata, insieme al progetto più importante: valorizzare i vini abruzzesi e gli investimenti in ricerca e zonazione dei terroir raccontando al meglio l’eccellenza vitienologica».
Obiettivi condivisi da Riccardo Cotarella che ha dichiarato: «La collaborazione con Codice Citra è una sfida molto importante che ho accolto con entusiasmo. Sono fermamente convinto che ci siano ampie possibilità di sviluppo per i vini autoctoni abruzzesi. Ma la valorizzazione deve essere sostenuta anche da azioni di tutela messe in atto dall'intero sistema, come l'introduzione delle fascette di stato che consentirebbero maggior trasparenza e controllo, a salvaguardia di una denominazione, chi tiene alla stessa non può essere contrario. Nelle ultime esperienze, penso ad esempio al Veneto dove l'introduzione delle fascette ha, di fatto, generato crescita e benefici in tutto il comparto vino regionale».
Per informazioni:
www.citra.itwww.assoenologi.it