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Moscow Mule, origine americane Tutto nacque da imprenditori sfortunati

La leggenda narra che uno dei cocktail più in voga del momento abbia origini americane e che sia nato nel 1941 dall’idea di alcuni sfortunati imprenditori che hanno mixato i loro prodotti, poco venduti

di Costanza Gravina
 
29 settembre 2017 | 15:31

Moscow Mule, origine americane Tutto nacque da imprenditori sfortunati

La leggenda narra che uno dei cocktail più in voga del momento abbia origini americane e che sia nato nel 1941 dall’idea di alcuni sfortunati imprenditori che hanno mixato i loro prodotti, poco venduti

di Costanza Gravina
29 settembre 2017 | 15:31
 

Correva l’anno 1941 quando seduti al bancone del Chatham Hotel, uno dei cocktail-bar più frequentati dell’epoca, si ritrovano a chiacchierare delle proprie disgrazie due perfetti sconosciuti. Uno era John G. Martin, distributore di vodka sovietica Smirnoff, un superalcolico talmente poco apprezzato negli Stati Uniti da avere serie difficoltà ad inserirsi nel mercato americano, l’altro era Jack Morgan, un tale che aveva investito tutto il suo capitale, o quasi, in una bevanda analcolica al gusto di zenzero chiamata ginger beer. Fu così che tra parole e bicchieri ghiacciati ai due venne in mente l'idea geniale di mescolare insieme i loro prodotti anche solo per vedere cosa ne potesse venir fuori.

(Moscow Mule, origine americane Tutto nacque da imprenditori sfortunati)

Mancava ancora qualcosa però, qualcosa che potesse dare il giusto equilibrio al nuovo ed originale connubio che già lasciava intravedere una grande personalità. È qui che dopo i più svariati intrugli il succo di lime fa la sua comparsa in scena per la prima volta e convince in pieno i due compagni di avventura. Ma non è così che finisce, caso volle che seduta allo stesso bancone ma un po’ più distante ci fosse Sophie Berezinski, anche lei sfortunata imprenditrice che si ritrovava sul groppone il peso di un intero magazzino di oggetti di rame, in particolare uno stock di tazze da 5 once con su stampato un ammiccante asinello.

Complice il tasso alcolico o forse no, fu proprio la straniera, avendo origliato tutta la discussione tra i due sciagurati imprenditori, a farsi avanti e senza alcuna timidezza buttò sul banco la proposta di far servire l'appena nata miscela proprio nelle sue tazze di rame. Probabilmente fu merito della capacità del rame di trasmettere la sensazione di freddo alla mano, essendo un ottimo conduttore termico, o magari merito di quel simpatico asinello, fatto sta che la cosa funzionò alla grande. Di lì a poco il Moscow Mule divenne il cocktail più bevuto nei bar più alla moda di New York e dintorni e l’America iniziò a bere vodka, almeno nei cocktail.

Ecco perché il "mulo di Mosca" ha tutt'altro che origini russe. Rimane il dubbio se sia stato proprio l’asinello inciso su quelle tazze di rame a dare il nome al cocktail oppure quel “pizzicorino aspro in gola che scalcia come un mulo in salita". L'unico legame con la Russia a questo punto risiede unicamente nella sua componente alcolica di base, la vodka. Tutto molto bello fino a quando, per faccende legate alla guerra, il mitico drink fu messo da parte per anni.

Per avere la sua riscossa e finire ai primi posti dei più bevuti del momento sarebbe dovuto passare un bel po' di tempo, sì perché anche se non li dimostra proprio, il nostro complice inseparabile di bevute si avvia a spegnere quasi 80 candeline. Certo appare parecchio strano come il Moscow Mule sia riuscito, dopo così tanto tempo, a scalare impavido le classifiche dei cocktail più bevuti scavalcando persino i colossi storici del bere. Sull’argomento si staranno interrogando ancora oggi i bartenders di tutto il mondo.

Eppure la spiegazione del grande successo, a parte un’ostinata passione per il vintage, dicono si sveli al primo sorso in grado di zittire anche il minimo dubbio o almeno così leggenda vuole. Resta però ancora un intrigante dilemma in tutta questa faccenda, da dove spunti fuori il cetriolo e per mano di chi. Perché è vero che il cetriolo non era presente nella ricetta originale ma rappresenta a quanto pare l’aggiornamento, la versione "moderna" del cocktail che probabilmente qualche bartender ha voluto dare in omaggio alla tradizione dell’Europa dell’est dove era usanza accompagnare gli shot di vodka sgranocchiando cetriolini in salamoia.

La ricetta ufficiale della Iba (International Bartenders Association) che assegna al cocktail un tasso alcolico di 12 gradi circa è la seguente:
Ingredienti: 4,5 cl di vodka, 12 cl di ginger beer, 0,5 cl di succo di lime fresco, 1 fetta di lime

Procedimento: riempire la tazza di rame o il bicchiere di ghiaccio poi unire la vodka con la ginger beer e per finire il succo di lime; è possibile completare poi con una fetta di cetriolo, una di zenzero fresco e qualche foglia di menta.

Varianti: come tutti i classici anche il Moscow Mule presenta delle varianti. Degne di nota sicuramente il London Mule in cui la vodka viene sostituita dal gin, che pur avendo un sapore più deciso riesce comunque a mantenere l’equilibrio della mistura nonché l’Italian Mule in cui al posto della ginger beer c'è un'alta bevanda analcolica speziata al gusto di zenzero e peperoncino: il pimento, ed anche qui è presente il gin al posto della vodka. Non vi resta ora che scoprire dove servano ottimi Muli di Mosca o sue varianti nella vostra città.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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