La vendemmia 2017 può dirsi, a causa delle condizioni climatiche anomale, una tra le più scarse del dopoguerra. Lo afferma la Coldiretti su base dei dati Istat sul commercio estero. Assoenologi entra più nel dettaglio e arriva a prevedere un calo dei raccolti record del 24%, per una produzione che supererà a malapena i 41,1 milioni di ettolitri, tra le più scarse dal 1947.
La vendemmia del 2017 per effetto del caldo e della siccità si classifica come la più precoce dell'ultimo decennio. Con un anticipo di circa dieci giorni rispetto allo scorso anno, è dunque in forte calo per il bizzarro andamento climatico, con un inverno asciutto e più mite, un precoce germogliamento della vite, che ha favorito danni da gelate tardive, ma anche siccità persistente e episodi localizzati di grandinate.
Entrando più nel dettaglio, ad aprile un'ondata di gelo ha attraversato Francia, Spagna e tutto il nostro Paese, "bruciando" molti germogli ben sviluppati, e quindi, purtroppo, non più in grado di fruttificare. Poi un lungo perioso di siccità che ancora persiste (si salvano giusto alcune regioni del Nord Italia) ha messo a dura prova i vigneti del Centro Sud, che hanno iniziato a soffrire una straordinaria ondata di caldo a maggio, con apice raggiunto nei mesi di luglio e agosto.
I terreni del Nord, seppur in parte risparmiati da un termometro che ha toccato con tranquillità i 40°C, sono stati colpiti da provvidenziali piogge spesso accompagnate da forti grandinate, che, in alcuni casi, hanno compromesso la produzione di diversi areali.
Le prime previsioni Assoenologi indicano una produzione di vino e mosto inferiore di ben 13 milioni di ettolitri rispetto allo scorso anno pari ad una flessione di circa il 25%. Cali del 40% sono previsti in Lazio e Umbria, del 35% in Sicilia, del 30% in Toscana, Puglia, Abruzzo, Molise, Liguria, Basilicata, Calabria e Valle d'Aosta, del 25% nelle Marche e in Lombardia. Anche in Franciacorta si prevede un forte calo, pari a circa il 30% della produzione. In Sardegna del 20%, mentre in Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Veneto la riduzione è del 15% e in Trentino Alto Adige del 10%. In controtendenza la Campania, dove si stima un aumento del 5%.
Con 41,1 milioni di ettolitri il 2017 si colloca tra le prime 6 vendemmie più scarse dal 1947 ad oggi (1947 - 36.4 milioni di Hl, 1948 - 40,4 milioni di Hl, 1949 e 1950 - 41 milioni di Hl, 2012 41,1 milioni di Hl). Purtroppo, visto il perdurare della siccità e delle alte temperature al Centro-Sud, non è da escludere che ci siano altre consistenti perdite nella produzione di uva. Nonostante il calo di produzione, vola la domanda del vino italiano all'estero: con un aumento del 6,3% in valore, fa registrare il record storico rispetto allo scorso anno, quando erano stati raggiunti su base annuale i 5,6 miliardi di euro.
Aggiornamento del 24 agosto
Nessun calo di produzione, in linea con quella degli ultimi due anni, e qualità mantenuta per la vendemmia appena cominciata nelle vigne del Collio. Per i 1.400 ettari di vigneti che disegnano le colline goriziane a ridosso del confine con la Slovenia, fra i fiumi Isonzo e Judrio, la stagione è andata «molto bene», spiega Robert Princic, presidente del Consorzio di Tutela dei Vini del Collio.