Pioggia di premi sui vini passiti della cantina Baccellieri di Bianco (Rc), che ha ricevuto, tra gli altri, la “Corona” - massimo riconoscimento della Guida ViniBuoni d’Italia del Touring - per il Mantonico Passito 2013.
Il Greco di Bianco Passito 2013 è entrato nella classifica “Top Hundred” di Paolo Massobrio, ha ricevuto le “Super Tre Stelle” dalla guida Veronelli 2018 e i “Tre grappoli” della guida Vitae dell’Ais. Inoltre, il Siccagno ha ricevuto la medaglia d’argento ne “La Selezione del sindaco”, concorso enologico internazionale organizzato da Città del Vino.
Giuseppe Liotti e Mariolina Baccellieri
I vigneti dell’azienda agricola Baccellieri guardano il mar Jonio e le colline dell’entroterra, terreno calcareo ricco di minerali, piante da frutto e profumi mediterranei, tra cui la liquirizia, che portano carattere, freschezza ed eleganza. Vini decisi, di corpo da uve greco di Bianco, Nerello Calabrese e Mantonico, vigneti autoctoni che hanno in media trent’anni con delle parti “ad alberello” che hanno più di cinquant’anni. L’azienda sta crescendo sotto la guida di
Mariolina Baccellieri, nobili origini e grande passione per il suo territorio, quest’ansa di terra e di mare nell’estrema costa italiana.
Mariolina ha seguito le orme del padre Vincenzo, che produceva vino che veniva in parte venduto sfuso, in parte imbottigliato, iniziando un percorso di studio, analisi e innovazione, per ridare prestigio a vitigni di millenaria tradizione. La produzione odierna si aggira sulle 30mila bottiglie, in crescita anno per anno, suddivise nelle tipologie “Siccagno” bianco il “Dromos” e il “Piroci” rossi e il “Violet” rosato presentato quest’anno al Vinitaly, nerello vinificato in rosa, e i grandi passiti Greco di Bianco e Mantonico, vini di struttura, vellutati e profumati.
«Mio padre mi prendeva in braccio e mi diceva, vieni a sentire come bolle il vino. È cominciata così, mentre le altre ragazze delle famiglie produttrici si disinteressavano delle vigne, io mi ci appassionavo», racconta Mariolina Baccellieri. E, passeggiando tra i filari dove controlla insieme all’enologo Giuseppe Liotti i tempi dell’imminente vendemmia, aggiunge: «Provo un profondo piacere nel raccontare una storia di territorio, una storia antica, di amore per la propria terra, per le sue particolarità, ogni bicchiere dei nostri vini, consegna un’emozione che viene da qui, da questi luoghi». E le soddisfazioni arrivano per questa energica donna del vino, che con passione e capacità si impegna a far crescere un prodotto che è, realmente, espressione del territorio.
Un territorio, quello dei vigneti di Bianco (comune in provincia di Reggio Calabria) da scoprire, perché sta crescendo, diversi produttori stanno esprimendo ottime capacità, e il mondo enologico comincia a capire e apprezzare che la Calabria del vino arriva sino a qui e non si ferma, come accaduto spesso nel recente passato, a Cirò.