«Il nuovo testo unico sul turismo della Regione Toscana, in fase di approvazione, risulta più adeguato alle esigenze delle imprese, anche se le norme su questioni come l'affitto turistico non convincono. L'importante, ora, è che si proceda al più presto alla stesura di un regolamento stringente e, soprattutto, che si spinga l'acceleratore sui controlli, altrimenti resterà tutto uguale ad ora e le imprese e i professionisti del settore continueranno a lavorare in un ambiente ostile, dove abusivismo, elusione, pressappochismo e fai-da-te sono sul mercato con le stesse armi». A parlare sono le associazioni di categoria toscane Confcommercio, Confesercenti e Confindustria a poche ore dall'approvazione definitiva del testo che da ora in poi sostituirà la "vecchia" legge 42 del 2000.
«Non si può parlare veramente di una legge “nuova” - dicono le tre organizzazioni - poiché ancora molte parti ricalcano il vecchio testo legislativo e, forse, la Regione non si è particolarmente spinta nel normare una realtà così complessa e variegata come quella del turismo, continuamente in movimento. Il rischio di un invecchiamento precoce delle norme in questo settore è dietro l'angolo, per questo l'ideale sarebbe avere leggi che consentano di governare le variazioni del settore che già si annunciano nel futuro prossimo».
«Apprezziamo comunque l'impegno della Regione Toscana, che ha cercato di adeguare l'organizzazione pubblica del settore alle esigenze odierne e di conformarsi alle nuove esigenze del mercato in merito, ad esempio, agli alberghi o ai campeggi. Ha anche cercato di mettere ordine in un comparto extralberghiero sempre più multiforme, definendo meglio i criteri della professionalità anche se con esiti a nostro parere non sempre eccellenti. Si veda il caso dei b&b, per i quali resta confusione tra professionali e non».
«Più scoperta è rimasta la questione degli affitti turistici, ma lì esiste il limite invalicabile del Codice civile. La Regione ha quindi optato per una mediazione: fatto salvo il diritto dei privati di affittare casa, ha fissato dei paletti oltre cui questa attività non è più da intendersi come mera integrazione del reddito ma si configura come imprenditoriale a tutti gli effetti. Il limite massimo di ottanta contratti ci pare semmai troppo alto, corrisponde infatti ad un tasso di occupazione del 100% su 8 mesi, impensabile addirittura per gli alberghi in tante località toscane».
L'importante, ora, secondo le associazioni di categoria è rendere effettivi i cambiamenti apportati dal nuovo testo unico con un regolamento davvero efficace e stringente. «La norma lascia grande spazio al regolamento di attuazione, per cui chiediamo alla Regione di arrivare alla stesura del documento dopo un attento percorso di verifica, consultazione e concertazione con le associazioni di categoria. La partita della classificazione alberghiera, per esempio, si gioca proprio nel regolamento e ha il potere di cambiare il destino di una struttura sul mercato».
Ma è soprattutto sui controlli che Confcommercio, Confesercenti e Confindustria richiamano l'attenzione della Regione: «Inutile scrivere perfino la migliore legge del mondo se poi resta sulla carta. Abusivismo ed elusione sono purtroppo fenomeni in crescita nel turismo e gli imprenditori che rappresentiamo hanno diritto di sentirsi tutelati, al pari dei consumatori».
«Con l'esito del referendum - concludono le associazioni di categoria - le competenze in materia di turismo sono rimaste in capo alle Regioni, che possono fare molto per imprimere slancio a uno dei settori che nel nostro Paese sembrano andare avanti nonostante la crisi. È una chiamata alla responsabilità che siamo certi la Regione Toscana non voglia disattendere».