È passato meno di un anno da quando i 359 europarlamentari hanno approvato al Parlamento europeo il nuovo regolamento sui “Novel food” nel Mercato europeo, sicuramente risultato spinto e sollecitato da un trade sempre più dirottato su nuovi confini grazie allo “zampino” di Expo 2015.
Troppo tempo era passato dal 1997, anno di approvazione del primo Reg. CE 258/97 che trattava l’argomento, tempo in cui le tecnologie alimentari si sono ampliate, così come gli import e gli export, oltreché la popolazione e le tipologie di consumi.
Ma facciamo un passo indietro. Novel food (alimenti o ingredienti nuovi) è un’espressione riferita a qualsiasi alimento o ingrediente che fino al 15 maggio 1997 non veniva consumato in misura significativa all’interno dell’Unione europea.
Nell’elenco dei Novel food ritroviamo tutti quei prodotti o ingredienti costituiti a partire da microrganismi, funghi e alghe, piante, animali o parti dei medesimi (anche insetti), alimenti con struttura molecolare nuova o modificata o risultanti da un nuovo processo di produzione o costituiti da nanomateriali ingegnerizzati, e infine vitamine, minerali ed altre sostanze non utilizzate prima dell’entrata in vigore del nuovo Regolamento (sono esclusi gli alimenti Ogm e gli alimenti quando e nella misura in cui sono usati come enzimi alimentari, gli additivi e gli aromi alimentari e i solventi da estrazione).
Se volessimo aggiungere un richiamo giurisdizionale, diremmo che, ai sensi del Reg. 258/97, i Novel food devono ricadere in una delle seguenti categorie:
- prodotti o ingredienti alimentari con una struttura molecolare primaria nuova o volutamente modificata;
- prodotti o ingredienti alimentari costituiti o isolati a partire da microrganismi, funghi o alghe;
- prodotti o ingredienti alimentari costituiti da vegetali o isolati a partire da vegetali e ingredienti alimentari isolati a partire da animali;
- prodotti e ingredienti alimentari sottoposti ad un processo di produzione non generalmente utilizzato, che comporta nella composizione o nella struttura dei prodotti o degli ingredienti alimentari cambiamenti significativi del valore nutritivo, del loro metabolismo o del tenore di sostanze indesiderabili.
Generalmente non si tratta di prodotti “misteriosi”, ma di prodotti abitualmente non presenti sulle nostre tavole, quantomeno in forma evidente, ad eccezione di insetti o piante particolari.
Grazie all’entrata in vigore del nuovo regolamento UE 2015/2283, che abroga integralmente (dal 1° gennaio 2018) il vecchio regolamento, stiamo assistendo ad un passo importante per le aziende alimentari a favore dell’innovazione, che aiuterà le piccole imprese e le start up grazie a una semplificazione e generalizzazione di ciò che viene approvato.
Tra le novità più rilevanti che sono state introdotte si evidenzia infatti: l’istituzione di un apposito Elenco dell’Unione - un concetto di “Lista positiva” analogo a quello degli additivi - dei nuovi alimenti autorizzati; l’approvazione di 90 nuovi alimenti che sono stati legalizzati all’interno del nostro mercato; un iter di approvazione più snello e veloce, riducendo i tempi di attesa da quando si invia la richiesta a quando si ottiene una risposta di approvazione.
Grazie all’introduzione regolamentata di nuovi alimenti entro il 2050, anno in cui la popolazione mondiale avrà superato i 9 miliardi di persone, si spera che saremo equipaggiati per affrontare i problemi legati alla disponibilità di cibo e alla sostenibilità ambientale causati dal sovraffollamento.
Per ulterori informazioni:
www.giubilesiassociati.com