“Come si può vivere una vita più sana e migliore”? Nasce da questa domanda la Giornata mondiale del benessere, organizzata contemporaneamente in 86 Paesi lo scorso 11 giugno. Si è trattato di un’iniziativa che testimonia l’importanza e l’attualità del tema benessere a tutto tondo, evidenziando come le scelte quotidiane possano influenzare il nostro “star bene”.
Oramai passeggiate, attività fisiche a vari livelli, wellness ed altro sono rientrate nell’ordinario quotidiano di ogni individuo specie nelle giovani generazioni, Ma non basta per “stare bene”. L’attività fisica richiede una buona ed equilibrata alimentazione, seguita da alcune buone abitudini comportamentali in fatto di cibo. Il cibo può prendersi cura di noi e mantenerci in salute ma può essere anche “veleno”! L’alimentazione negli ultimi tempi è diventata argomento molto discusso e dibattuto, i problemi di allergie e intolleranza sono in aumento, ma penso che ci sia, come sempre, una cattiva informazione in tal senso e la gente è disorientata. C’è chi inizia diete improbabili scartando alimenti necessari senza consultare medici e dietisti; i vegetariani e in particolare i vegani (a mio umile parere) si nutrono in base a scelte di rigore ambientale ed alla legittima difesa degli animali, più che dall’aspetto nutrizionale. Cosa fa bene e cosa fa male, non è mai indicatore generale: ogni persona ha un suo metabolismo e siamo diversi gli uni dagli altri.
Quali le evidenze scientifiche per una corretta alimentazione e quali le prerogative dei vari cibi da spendere al meglio per imparare a cucinare in modo sano? Con tutti questi “freni” anche per noi cuochi diventa difficile fare bene il nostro lavoro e cercare di accontentare tutti.
La nuova Federcuochi va incontro a queste esigenze con consapevolezza e responsabilità di causa, attivando verso i propri soci delle azioni per diffondere una maggiore cultura e maggiori conoscenze attraverso vari progetti, tra i quali “Aggiornamento Professionale km 0”, già in atto, con opportunità di istruzione e riqualificazione mirata, dando slancio alla professionalità del cuoco, anche nella cucina preventiva, anti-aging e a fronte di patologie.
Il “Cuoco 3.0” non è comunque un sostituto allo specialista in fatto di alimentazione, ma è, col medico, il professionista che più di tutti ha a cuore la nostra salute, vero custode e ambasciatore di saggezza in cucina. Il suo quotidiano e silenzioso lavoro in ogni suo gesto è, e sempre sarà, un vero atto di amore e di accudimento irrinunciabile per la nostra salute, riconoscendo il desiderio di una sana e buona alimentazione come il maggiore nostro bisogno inalienabile.