Il Tribunale di Milano si è pronunciato a favore di Gualtiero Marchesi (nella seconda foto in basso, il secondo da destra) per la disputa sulla sua ricetta più celebre: “Riso, oro e zafferano” riprodotta dal suo ex allievo Guido Rossi, condannato al risarcimento morale e monetario del suo ex maestro. Guido Rossi, dopo un contrasto con Marchesi, aveva aperto un proprio ristorante a Milano dove serviva un piatto identico a quello di Marchesi denominato “Risotto Oro e Zafferano. Omaggio a Marchesi”, adottando anche lo stesso prezzo. Nella ricetta originale però è usato il riso Carnaroli, che Rossi ha sostituito con la qualità Basmati, non adatto a cucinare una ricetta del genere, e per giunta usava un Basmati di bassa qualità. Per questo Marchesi si è rivolto all’Autorità giudiziaria milanese.
Il collegio riunitosi ha stabilito la «validità della registrazione come marchio di forma e come disegno registrato del piatto riso, oro e zafferano del maestro Gualtiero Marchesi», e dunque accertato e dichiarato la «tutelabilità come opera del diritto d’autore del piatto stesso». Oltretutto Guido Rossi «si è reso responsabile di contraffazione», nello specifico di «violazione del marchio di forma» e del «disegno registrato», oltre che del diritto d’autore, di «atti di concorrenza sleale sotto il profilo della imitazione servile, della appropriazione di pregi, del rischio di denigrazione del prodotto» e di «violazione di legge comunque di comportamenti contrari alla correttezza professionale».
Rossi è stato condannato a fare pubblica ammenda, facendo pubblicare la sentenza sulla rivista La Cucina Italiana, sul sito dell’Ente Nazionale Risi, oltre che sul sito del ristorante e/o sul sito personale dello chef. Naturalmente Rossi è stato condannato anche al risarcimento dei danni in favore di Marchesi e al divieto di commercializzazione, pubblicizzazione e offerta in pubblico della ricetta contraffatta, con una penale di 100 euro per ogni violazione del divieto e di 2mila euro per ogni giorno di ritardo nel conformarsi a questi ordini. Esistono già alcune forme di tutela del food (taste and smell), in particolare ai sensi del diritto d'autore, di cui si discute in Europa e negli Stati Uniti e sulle quali si sono pronunciate alcune corti straniere. Per queste però non c'è ancora giurisprudenza italiana.