Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
domenica 22 dicembre 2024  | aggiornato alle 17:05 | 109769 articoli pubblicati

Siad
Siad

A Expo 2015 la Polonia punta al design Dal packaging alla composizione dei piatti

La Polonia si sta dimostrando uno dei paesi più attenti al tema di Expo 2015; per questo il padiglione polacco ha ospitato un convegno che ha trattato il design in ambito alimentare

di Clara Mennella
 
29 ottobre 2015 | 11:00

A Expo 2015 la Polonia punta al design Dal packaging alla composizione dei piatti

La Polonia si sta dimostrando uno dei paesi più attenti al tema di Expo 2015; per questo il padiglione polacco ha ospitato un convegno che ha trattato il design in ambito alimentare

di Clara Mennella
29 ottobre 2015 | 11:00
 

La Polonia è una delle nazioni più attive fra quelle partecipanti a Expo e sta dimostrando di saper cogliere molto bene le opportunità offerte dalla “vetrina” milanese per far conoscere le tante risorse della propria nazione. Così, all’indomani delle celebrazioni del suo National Day, la Polonia è già attiva con un nuovo convegno; questa volta si parla di design.



Tantissimi eventi sia fuori che all’interno dell’esposizione per la Polonia che nei giorni scorsi ha voluto raccontare anche la sua idea di design con un’intera giornata di “lavori” all’interno del suo padiglione che, proprio per il suo look, è uno dei più corrispondenti al tema di Expo; una struttura eco-compatibile composta da cassette di mele impilate, il frutto nazionale, ideata dallo studio 2PM del giovane architetto polacco Piotr Musialowski. Organizzato dall’ufficio di promozione del commercio e degli investimenti dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia in Roma, l’evento ha avuto numerosi relatori arrivati dalla Polonia, fra designer, giornalisti, artisti e imprenditori, fra i quali Nestor Grojewski, patron del ristorante CRU.DOP a Roma dove si è trasferito 30 anni fa dalla sua Varsavia.

«Durante una vacanza a Roma da ragazzo - ha raccontato Grojewski - ho deciso di fermarmi e di non fare ritorno a casa, anche se la mia nazione è sempre nel mio cuore. Il mio ristorante CRU.DOP è molto particolare perché è un locale senza i fornelli. Cucino pochissimo, quasi nulla, e per quel poco utilizzo tecniche alternative come il sale rovente sul quale adagio i carpacci di pesce che cuociono leggermente con il calore che arriva dal basso. Proprio per il fatto che non trasformo le materie con le cotture, il food-design è molto importante nelle mie presentazioni, devo scegliere le materie prime non solo in base al gusto ma anche secondo l’aspetto e i colori e fare delle creazioni che siano attraenti per la vista. Per questo utilizzo molto più il pesce che la carne, perché mi offre una tavolozza di colori più ampia. Sono molto contento perché negli ultimi anni ci sono sempre più prodotti polacchi disponibili in Italia così posso proporre piatti che raccontano la mia terra d’origine».

La giornalista e blogger Malgorzata Minta ha raccontato bene lo stato dei lavori per quanto riguarda il packaging raccontando che: «Negli ultimi anni le aziende si stanno orientando nel proporre i prodotti in modo diverso, ricorrendo al design. I nostri prodotti, che sono principalmente frutta, ortaggi, latte e derivati, sono trasformati dalle aziende in succhi, conserve, frutta essiccata. Ci sono poi il miele, il sidro e qualche pioniere che produce dei vini di nicchia e tutte queste aziende, che in passato utilizzavano confezioni più “spartane” che non erano adeguate alla qualità che invece è di alto livello, hanno fatto di recente un restiling che ha portato ottimi risultati d’immagine, conquistando i consumatori più giovani e attenti».

Wanda Modzelewska, giornalista e consulente di comunicazione ha concluso gli interventi della mattina, che poi sono continuati per tutto il pomeriggio ricordando due cose fondamentali riguardo il design dei prodotti: «Se un nostro prodotto, oltre ad essere buono, è presentato in una confezione accattivante, viene spesso acquistato per essere portato a casa come souvenir, incrementando le vendite. Inoltre se, anche grazie all’estetica, un prodotto viene associato ad un particolare paese o luogo di produzione, viene meglio ricordato e può fare da traino per il turismo in quel luogo».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Caviar Giaveri
Mulino Caputo
Agugiaro e Figna Le 5 Stagioni
Sartori

Caviar Giaveri
Mulino Caputo
Agugiaro e Figna Le 5 Stagioni

Sartori
Centrale del Latte
Debic