Eventuali sinonimi o termini dialettali
Mindula, Mendula.
Zona di produzione
Tutto il territorio della regione con particolare riferimento alla zona di Sinnai, Dolianova e Villasimius.
Caratteristiche
Alberi di modesto sviluppo, a portamento aperto ed espanso, con rami di 1-2 anni numerosi, robusti, irregolarmente disposti si che la chioma assume un aspetto disordinato e cespuglioso. Foglie di medie o piccole dimensioni, di forma ellissoidale. Fiori di media grandezza; i petali sono, a completa antesi, di colore bianco. Il mallo dei frutti è di colore verde tendente al grigio e si distacca con difficoltà. L'endocarpo è di medie dimensioni o piuttosto piccole, ellissoidale tendenzialmente cuoriforme, simmetrico; la base convessa, l'apice è sub-conico e provvisto di un brevissimo mucrone ricurvo.
La superficie del frutto è piuttosto liscia, con pori piccoli e radi; il dorso è convesso, il ventre carenato, con sutura ventrale poco pronunziata; la sezione trasversale è sub-rotonda; lo spessore massimo è prevalentemente centrale. Le mandorle in guscio misurano in media 35 mm di lunghezza, 27 mm di larghezza e 18 mm di spessore e pesano 5-6 g ciascuna. I semi sono dolci, cuoriformi tendenzialmente triangolari, lunghi circa 30 mm, larghi 16 mm e spessi 6 mm. Cento semi pesano circa 120 g. La Olla fiorisce contemporaneamente alle cultivar Schina de porcu e Regina.
Usi
Le mandorle possono essere consumate direttamente, tostate o crude, ma trovano soprattutto impiego nel comparto dolciario tradizionale della Sardegna (torrone, amaretti, gueffus, candelaus) costituendone spesso l'ingrediente di base. Le varietà sarde hanno un minor contenuto di acqua ed un maggior contenuto di olio -i semi contengono oli, in percentuale variabile dal 38 al 58%).
Tradizionalità
In Sardegna il mandorlo è coltivato da antica data e, specialmente nel passato, ha costituito un'importante fonte di reddito per molti agricoltori. Le prime coltivazioni specializzate. incoraggiate dal ministero dell'Agricoltura, risalgono ai primi del '900, soprattutto nel retroterra di Cagliari e nell'agro di Sanluri. Ai primi del secolo il mandorlo era il fruttifero più coltivato, con 6mila ettari in colture specializzate e 5milaettari in coltura promiscua. A partire dagli anni '50 è cominciato il declino di questa coltura in Sardegna. Attualmente è presente con 2500 ettari di colture specializzate e 7mila ettari di colture promiscue.