I cuochi italiani hanno un nuovo presidente:
Rocco Cristiano Pozzulo (
nella foto). Al termine dell’assemblea dei delegati, dei 18mila iscritti alla
Federazione italiana cuochi, lo chef lucano è stato eletto alla giuda della più rappresentativa associazione di categoria delle berrette bianche. Una votazione che è stata accompagnata con un fragoroso applauso tributato dai delegati, giunti da tutta Italia nella capitale, segno della stima profonda che gli riconoscono i suoi colleghi. Pozzulo subentra a Paolo Caldana che lascia per fine mandato.
Lo chef e docente dell’istituto alberghiero di Potenza è chiamato, nei prossimi quattro anni, a coordinare il lavoro di tutte le 124 associazioni provinciali, delle 20 unioni regionali e delle innumerevoli delegazioni estere che compongono l’unico Ente riconosciuto dalla federazione mondiale dei cuochi, la
Wacs (
World association of cooks’ societies). Rocco Cristiano Pozzulo è stato fino a pochi mesi fa Project Manager della Fic, per conto della quale ha organizzato congressi, assemblee, concorsi e manifestazioni, e presidente dei Cuochi della Regione Basilicata. Al suo fianco quale vicario è stato eletto Carlo Bresciani e quale tesoriere il riconfermato Carmelo Fabbricatore. Il prossimo 25 maggio, sempre a Roma, in consiglio nazionale, verranno eletti gli altri organismi dirigenti quali: i vice presidenti con deleghe delle aree, il segretario nazionale, la giunta esecutiva.
«Mi auguro che la mia nomina - dichiara il neo presidente Pozzulo a Italia a Tavola - serva a dare più “grinta” alla Fic che oggi si propone di viaggiare con una marcia differente, attraverso una comunicazione più incisiva nei confronti dei suoi associati e anche verso il “mondo esterno”, in quanto rappresenta l'associazione italiana di categoria più importante e più grande per numero di iscritti, inoltre è l'unica riconosciuta giuridicamente; per questi motivi deve avere un ruolo differente verso il pubblico, verso i cuochi e verso le istituzioni».
Già il
convegno svoltosi nella sede del Mipaaf in cui è stata annunciata una sorta di alleanza con i produttori per coniugare tradizione in cucina, qualità e salute e combattere la contraffazione alimentare, è stato un segnale importante della voglia di rinnovamento della Federazione, pronta a schierarsi in prima linea a favore della tutela del made in Italy alimentare e a valorizzare il ruolo del cuoco professionista all’interno del settore.
«Il cuoco ha un ruolo fondamentale - commenta Puzzulo - nel senso che prima di mettersi a lavorare e trasformare un prodotto in cucina deve necessariamente conoscere l'origine del prodotto tipico, quindi quello che la Fic richiede ai suoi associati è di entrare letteralmente nel mondo agricolo, nelle produzioni agricole, di andare a sporcarsi le scarpe nel terreno, per conoscere innanzitutto le difficoltà vere che ha oggi un agricoltore, e secondariamente in modo che quando un cuoco dovrà andare a trasformare, a discutere e promuovere un certo prodotto saprà benissimo di cosa sta parlando e sarà più rispettoso della produzione stessa».
Lavorare sullo “status” dei cuochi, messo in discussione da molti falsi o presunti professionisti, è tra i nuovi obiettivi della Federazione italiana cuochi e del suo presidente. «La Federazione - continua Pozzulo - si sta impegnando per portare avanti un processo di certificazione delle competenze dei cuochi. Questa esigenza nasce dal fatto che la ristorazione e la cucina in generale è sempre stato un settore molto difficile, e spesso quando un cuoco inesperto entra in cucina pensa di poter lavorare senza regole, ma non è così. Perciò ci stiamo impegnando a certificare le competenze necessarie, sia all'interno sia all'esterno della Federazione, in modo che ognuno abbia il suo merito. Questo passaggio sarà moto utile in generale anche nel mondo del lavoro, per arricchire l'offerta del settore, e potrebbe diventare più facile anche per il ristoratore alla ricerca di un cuoco professionale e professionista».
«Sebbene la Fic da Statuto sia apolitica - conclude Pozzulo - nel caso in cui un passaggio come la certificazione delle competenze di un cuoco richiedesse un’intesa con delle istituzioni politiche, la Federazione non si tirerebbe indietro, perché tutto questo porterà al suo bene e a quello dei cuochi che vi sono associati».