L’asparago o asparagina (in dialetto romagnolo conosciuto come sparaz, sparz oppure sparazena) ha il suo habitat naturale nelle pinete ravennati. Fino alla metà del secolo scorso, era raccolto dai cosiddetti “pinaroli”, gente che viveva in case umili all’interno delle pinete e dalle quali traeva la maggior parte del proprio sostentamento. Oggi, grazie a un progetto di recupero dei prodotti del territorio, è coltivato in serra e nei campi.
L'asparago di pineta cresce spontaneamente fra la vegetazione, i turioni sono rossastri o scuri, le foglie inferiori spinose. Ne esistono principalmente di due tipi: il “San Vitale” (Asparagus tenuifolius) fine e dal sapore gentile e il “Bardello” (Asparagus marittimus), rustico e dal gusto pungente. Dopo la raccolta può essere conservato in ambiente refrigerato per un massimo di due giorni sino al consumo o al conferimento sul mercato. Può comunque essere mantenuto più a lungo mediante tecniche di surgelazione o altri sistemi (per esempio conserve sott'olio).