Con 460 voti a favore, 204 contrari e 33 astenuti, il Parlamento europeo ha approvato la richiesta di indicare obbligatoriamente in etichetta l'origine della carne. Il risultato raggiunto consentirà ai consumatori europei di conoscere la provenienza della carne utilizzata per la preparazione di lasagne, hamburger o crocchette di pollo, allontanando il rischio di essere truffati, come è successo nel 2013 con lo scandalo della carne di cavallo.
Ci sono voluti due anni per arrivare ad una soluzione che garantisca una totale trasparenza sia ai consumatori che ai produttori onesti, e dopo l'etichetta d'origine obbligatoria per la carne fresca o congelata di manzo, estesa da aprile 2015 a polli, maiali, pecore e capre, ora il Parlamento europeo chiede alla Commissione Ue di estendere l'obbligo per la carne utilizzata come ingrediente nei prodotti trasformati.
Una questione che aprirà un dibattito tra le industrie distributrici, preoccupate per i costi, e il consumatore finale, ansioso di sapere cosa finisce sulla sua tavola. Al momento i pareri sono discordanti: se da una parte uno studio dell'organizzazione di consumatori francese “Que choisir” sostiene che la nuova etichetta comporterebbe costi limitati, dall'altra una ricerca della Commissione europea prevede un aumento per gli operatori fra il 15%-20% fino al 50%, con prevedibili conseguenze in termini di rincaro del prezzo finale per i consumatori.
A questo punto l'Assemblea di Strasburgo pretende dei chiarimenti: «Vorremmo un'indagine approfondita da parte della Commissione europea - Giovanni La Via, presidente della Commissione ambiente del Parlamento europeo - senza che questo comporti un ritardo nella proposta legislativa».
«I consumatori europei - commenta il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina - avevano chiesto quasi all'unanimità più trasparenza sulla provenienza delle carni nei prodotti trasformati e la decisione di oggi del Parlamento Ue va in questa direzione. Una decisione positiva frutto dell'intenso lavoro dei parlamentari socialisti e democratici e dal gruppo italiano del Partito popolare europeo, che hanno saputo dare una risposta importante battendo la resistenza di una parte del Parlamento».
«Servirà a mettere fuorigioco - conclude il ministro - chi ha messo a rischio la credibilità di alcuni prodotti e di un intero settore produttivo, come successo con la carne di cavallo. Ora è importante che anche la Commissione faccia la sua parte. L'Italia continuerà a spingere per etichette che mettano in evidenza l'origine e diano il massimo delle informazioni a chi acquista».
Metà della spesa è “anonima”
«Finalmente anche nell’Unione Europa si comincia a cambiare verso la trasparenza dell’informazione ai consumatori dopo i ripetuti scandali favoriti dal fatto che oltre la metà della spesa dei cittadini europei è anonima», ha affermato in una nota la Coldiretti. Oggi, infatti, in Italia la metà della spesa è anonima, anche se il nuovo regolamento comunitario entrato in vigore il 13 dicembre prevede che a partire dal prossimo 1° aprile 2015 dovranno essere indicate in etichetta luogo di allevamento e di macellazione di carni suine e ovi-caprine.
In Europa è in vigore l’obbligo di indicare l’origine della carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca, dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova, a partire dal primo agosto 2004 l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto e dal 1° luglio 2009 l’obbligo di indicare anche l’origine delle olive impiegate nell’olio.
Ma l’etichetta resta anonima, oltre che per gli altri tipi di carne, anche per i salumi, i succhi di frutta, la pasta ed i formaggi. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti è all’avanguardia in questo percorso: il 7 giugno 2005 è scattato l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco; dal 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy per effetto dell’influenza aviaria; a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.
CIBI CON L’INDICAZIONE DI PROVENIENZA
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CIBI SENZA L’INDICAZIONE DI PROVENIENZA
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Carne di pollo e derivati
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Pasta
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Carne bovina
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Carne di maiale e salumi
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Frutta e verdura fresche
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Carne di coniglio
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Uova
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Carne trasformata
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Miele
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Frutta e verdura trasformata
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Passata di pomodoro
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Derivati del pomodoro diversi da passata
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Latte fresco
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Formaggi
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Pesce
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Derivati dei cereali (pane, pasta)
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Extravergine di oliva
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Carne di pecora e agnello
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Latte a lunga conservazione
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Concentrato di pomodoro e sughi pronti
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Fonte: Elaborazioni ColdirettiCopagri: Ora si traduca il voto in norma Dopo le frodi emerse qualche tempo fa il voto dell'Europarlamento è certamente un buon segnale nella direzione delle giuste garanzie e delle dovute informazioni per il consumatore e per la valorizzazione del lavoro dei produttori zootecnici.
«È un atto di giustizia che necessariamente ha la priorità su qualsivoglia interesse - sostiene la Copagri - e l'obbligo in etichettatura andrebbe in generale esteso nell'Unione Europea a tutti i prodotti alimentari sia per quel che concerne il contenuto del prodotto stesso, che per quanto riguarda l'origine territoriale. Parliamo di emblemi di sicurezza alimentare e di qualità, temi sui quali l'Unione Europea in più di un'occasione e a diversi livelli di competenza si è detta impegnata. Ora ci attendiamo che la Commissione prenda posizione e lo faccia in modo celere seguendo l'esempio del Parlamento, cosicché il voto di oggi si traduca presto in norma».