L’Aglio bianco piacentino, genuino, originale e amato da tutti, si distingue per il suo aroma e sapore ineguagliabili. Queste proprietà, insieme alle sue caratteristiche di conservabilità di gran lunga superiori a tutte le altre varietà, gli conferiscono il titolo di “Re dell'aglio”.
Nome scientifico
Allium sativum L.
Caratteristiche
- I bulbi si presentano allo stato secco
- La tunica esterna del bulbo e quelle che avvolgono ciascuno spicchio devono essere completamente secche e di colore bianco
- I bulbi sono provvisti di spicchi nel numero compreso tra 10 e 18, di sapore acre, di dimensioni medie e grosse, compatti e di forma regolare senza difetti qualitativi
Zona di produzioneLa zona di produzione e di essiccazione della Igp “Aglio bianco piacentino” comprende l’intero territorio dei comuni di Besenzone, Cadeo, Calendasco, Caorso, Castelvetro piacentino, Cortemaggiore, Fiorenzuola, Gossolengo, Gragnano Trebbiense, Monticelli d’Ongina, Piacenza, Podenzano, Pontenure, Rottofreno, Sarmato, San Pietro in Cerro, Villanova sull’Arda e la parte pianeggiante del territorio dei comuni di Agazzano, Alseno, Borgonovo Val Tidone, Carpaneto piacentino, Castell’Arquato, Castel San Giovanni, Gazzola, Ponte dell’Olio, Rivergaro, San Giorgio piacentino, Vigolzone, tutti nella provincia di Piacenza.
Metodo di ottenimentoPreparazione del terreno. La lavorazione del terreno è eseguita a settembre. Dopo l’aratura, le erpicature e/o fresature servono per lo sminuzzamento del terreno necessario per il regolare collocamento dei bulbilli.
Fertilizzazione. Le modalità di somministrazione di concimi minerali e di ammendanti organici sono realizzate in modo da mantenere la fertilità del terreno e contestualmente di fornire alla coltura tutti i nutrienti necessari per un corretto sviluppo.
Semina. La messa a dimora dei bulbilli è effettuata tra il 20 settembre e il 20 novembre, impiegando semente certificata appartenente alla varietà “Ottolini” o “Serena”. I sesti d’impianto adottati sono: distanza tra le file di 30-40 cm e distanza sulla fila di 12-15 cm.
Raccolta e conservazione. La raccolta va dal 20 giugno al 30 luglio. Una volta estirpato, l’aglio rimane sul campo steso al sole per una prima essicazione, dopodiché viene portato presso le aziende agricole per l’essicazione definitiva. Successivamente posto in piccole cataste e sistemato in appositi locali, per essere avviato ai siti di conservazione e condizionamento. La conservazione avviene mediante l’ausilio di ambienti a temperatura controllata per mantenere inalterata la qualità dell’aglio. Il trasferimento dalle aziende ai siti di conservazione avviene in modo da mantenere la rintracciabilità del prodotto ed inalterata la qualità dello stesso.
ParticolaritàL’Aglio bianco piacentino si caratterizza per il ciclo di maturazione medio-tardivo, l’adattabilità all’impianto autunnale, una buona produttività e soprattutto l’ottima conservabilità. La prolungata conservabilità che può estendersi fino a un anno e talvolta anche poco oltre lo rende particolarmente pregiato.
Riferimenti storici, reputazione e legame con la denominazioneNel piacentino, fino al XIX secolo, la coltivazione dell’aglio riguardava orti familiari. Le più antiche notizie relative alla produzione di pieno campo di aglio nell’area risalgono al 1922. Negli anni successivi la coltivazione in pieno campo si sviluppa e nel 1947 si costituì a Piacenza il Consorzio provinciale orticoltura avente un proprio marchio commerciale. Nel corso degli anni la coltivazione di aglio bianco nel territorio piacentino ha assunto una posizione di notevole importanza, arrivando ad occupare il 10% circa della superficie nazionale investita ad aglio, con una produzione media annua di circa 3mila tonnellate.
Dal 1978 a Monticelli d’Ongina (Pc) si svolge ogni anno, la prima domenica di ottobre, una manifestazione dedicata all’aglio, che dà luogo a convegni e conferenze che non mancano di aggiornare il pubblico di produttori, ricercatori e studiosi sullo sviluppo qualitativo dell’aglio bianco Piacentino.
La locale varietà di aglio bianco piacentino è stata riconosciuta il 6 gennaio 1982 con il decreto di iscrizione della denominazione nel registro delle varietà di
Allium savitum. La varietà andò sempre più rivelandosi come la principale della zona, sempre interessata da ricerche scientifiche orientate al miglioramento di ecotipi ed al confronto con altre produzioni coltivate in aree diverse.
Proprietà Il suo potere antisettico era noto fin dall’antichità: nel Medioevo i medici usavano delle mascherine imbevute di succo d’aglio per proteggersi dalle infezioni e a tutt’oggi è ampiamente usato nella medicina popolare. Il costituente principale dell’aglio fresco intero è l’allicina.
Varietà
- Ottolini. La varietà "Ottolini" deve il suo nome al dottor Gianluigi Ottolini, che fu per diversi anni il direttore del consorzio fitosanitario di Piacenza. Gianluigi Ottolini si è occupato del miglioramento genetico e qualitativo dell'Aglio bianco piacentino ed a lui si deve la creazione delle diverse qualità. La varietà Ottolini è stata ottenuta scegliendo da diversi appezzamenti i migliori cloni di aglio dal punto di vista produttivo e qualitativo. Nel 1982 la varietà Ottolini è stata la prima varietà di aglio italiano ad essere iscritta all'Ense (Ente nazionale sementi elette).
- Serena. La varietà Serena è stata ottenuta eliminando le virosi nel bulbo, partendo dal laboratorio per arrivare al campo: dalla sterilizzazione del meristema apicale è stato ottenuto un bulbillo che, successivamente piantato in una serra sterile, ha generato una pianta virus-esente divenendo successivamente, il seme per la riproduzione in campi selezionati.