Sono stato, siamo stati premonitori nel raccontare dei problemi che Expo 2015 avrebbe incontrato nella sua costruzione, sia fisica in quel di Rho sia emozionale nei confronti del territorio. Ammettiamo che per gente come noi, che si aggiorna quotidianamente sul settore del turismo e soprattutto del food e della ristorazione, non era difficile fare previsioni non troppo positive sui tanti rischi che Expo avrebbe incontrato nel corso della sua realizzazione, abbiamo già detto che per quanto riguarda i problemi con la giustizia ci sono altri organi competenti che posso esprimersi, ma a noi interessano gli sviluppi propri di un evento legato al cibo.
Cominciamo per esempio dalla viabilità. Milioni di visitatori, bene, ma se già in questi giorni con un evento, importante come l’Artigiano in Fiera, un centesimo in confronto di Expo, il traffico intorno a Milano, zona Rho, Sesto San Giovanni e dintorni il traffico era bloccato, cosa succederà con Expo? Il traffico sulla A4 sarà bloccato a Verona e a Torino? Ma questi sono problemi logistici e magari saranno risolti con delle opere in fase di completamento, speriamo.
Si tratta di un evento dedicato al cibo, quindi tutto ruoterà intorno al desiderio di tutti gli espositori, di tutte le nazioni, di tutti gli enti e regioni, e territori sia nazionali che esteri di far conoscere e degustare le eccellenze di ogni singolo partecipante. Una “Disneyland” di tutto ciò che il mondo del food potrà e vorrà presentare, dove gli ospiti saranno presi per la gola; domanda: ci sarà tempo e spazio per gli ospiti e per i turisti di avventurarsi nei territori circostanti per degustare le specialità dei nostri ristoratori? Come si muoveranno i turisti? con mezzi propri o con taxi e pullman? Il traffico ne risentirà?
E tornando all’Artigiano in Fiera, - ripeto una piccola rappresentazione di Expo - tutti ma proprio tutti che l’hanno visitato, sono rimasti all’interno per cena e pranzo, dunque il territorio circostante non ha ricevuto nessun beneficio, forse solo gli alberghi, e un altro aspetto che assomiglia a Expo riguarda la chiusura tarda; questo conferma le nostre più cupe previsioni su Expo, che dovrebbe essere un evento in grado di “dare” ossigeno economico al territorio. In questi giorni alcuni siti di enogastronomia parlavano di milioni di turisti che invaderanno la Lombardia, le regioni circostanti e si sposteranno per Milano in metropolitana, per cui il quadrilatero della moda ne trarrà un grande beneficio.
Ma dinanzi alle critiche e alle previsioni non positive - ed è questo il motivo di questa ulteriore analisi - resta il fatto che in pochi si sono sbilanciati a sfavore delle scelte di Expo, chiusura a mezzanotte in primis; Carlin Petrini, fondatore dell'associazione Slow Food, ha parlato di un’Expo senza anima, al contrario il pensiero Farinettirenziano sprigiona una grande positività, ed ecco che qualcosa sia pure nelle pagine interne per esempio del Corriere della Sera, che ruota intorno a Expo viene rivisto al ribasso: a firma Alessandra Coppola, un articolo di qualche giorno fa, parla di investimenti e di avviamento al lavoro,“La spinta del vento Expo si rileva troppo lieve, nel primo semestre del 2015 si prevede un aumento della disoccupazione in provincia di Milano, le assunzioni previste da Expo non ci sono, tenendo conto che dei 4,185 assunti sin ora una buona fetta è riferita agli edili che una volta terminata l’opera, scompariranno”.
Perché cosi pochi assunti nell’indotto Expo? Rileva la Coppola, perché gli operatori economici ci credono poco, e la ristorazione, la comunicazione, l’ospitalità stanno investendo meno del previsto. Già, sono mesi che evidenziamo le criticità in corso d’opera di Expo: la scarsa capacità di valorizzare il territorio, anche se si favoleggiano 7mila eventi già previsti su Milano citta, la quasi inesistente capacità di attrarre il territorio i suoi artigiani, i suoi commercianti, l’assenza di iniziative dei piccoli operatori all’interno del sito di Expo a causa dei costi astronomici, a parte Eataly e Peck o i soliti noti. E ora, finalmente qualcuno comincia a evidenziare che non è esattamente come si prevedeva, eppure sarebbe bastato poco, basterebbe poco, certo la crisi prende tutto ma proprio per questo, Expo cerca di essere meno presuntuosa e arrogante.