La pizza non è soltanto la specialità tradizionale di una regione o di una città, ma è l’emblema della ricchezza gastronomica che tutti i comuni italiani offrono al mondo. È con soddisfazione, quindi, che la Coldiretti accoglie la firma che il presidente dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) Piero Fassino (nella foto) ha voluto apporre a Milano, durante i lavori dell’Assemblea nazionale dei comuni italiani, alla petizione a sostegno del riconoscimento dell’arte della pizza come patrimonio culturale e materiale dell’umanità da parte dell’Unesco.
Un'iniziativa che si inserisce nella campagna promossa da Coldiretti insieme alla fondazione Univerde e all’Associazione pizzaiuoli napoletani nella certezza che tale misura contribuirà a garantire l’origine italiana degli ingredienti e della qualità igienico sanitaria nella preparazione. La pizza napoletana dal 4 febbraio 2010 è stata ufficialmente riconosciuta come specialità tradizionale garantita dall’Unione europea, ma ora l’obiettivo è quello di arrivare ad un riconoscimento internazionale di fronte al moltiplicarsi di atti di pirateria alimentare e di appropriazione indebita dell’identità.
Un rischio diffuso all’estero e un’occasione per fare chiarezza anche in Italia dove quasi due pizze su tre (63%) sono ottenute da un mix di farina, pomodoro, mozzarelle e olio provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori.
Troppo spesso, infatti, viene servito un prodotto preparato con mozzarelle ottenute non dal latte, ma da semilavorati industriali, le cosiddette cagliate, provenienti dall'est Europa, pomodoro cinese o americano invece di quello nostrano, olio di oliva tunisino e spagnolo o addirittura olio di semi al posto dell'extravergine italiano e farina francese, tedesca o ucraina che sostituisce quella ottenuta dal grano nazionale.
A sostegno della petizione, la Coldiretti, ha avviato in tutti i mercati di Campagna Amica, la raccolta delle firme, anche in considerazione del fatto che, come rileva il presidente dell’Organizzazione Roberto Moncalvo: «il riconoscimento dell’Unesco avrebbe un valore straordinario per l'Italia che è il Paese dove più radicata è la cultura alimentare e che la pizza rappresenta un simbolo dell’identità nazionale».