L’avvio della procedura di infrazione da parte dell’Ue contro il semaforo in etichetta varato dagli inglesi salva le esportazioni made in Italy, dai formaggi come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano all’olio d’oliva, fino ai salumi più tipici come il prosciutto di Parma o Sana Daniele. A darne notizia è la Coldiretti dopo la lettera di messa in mora annunciata dalla Commissione Europea per “presunta violazione del principio di libera circolazione delle merci” a carico del nuovo sistema di etichettatura nutrizionale adottato lo scorso anno dal Regno Unito, con i bollini rosso, giallo o verde ad indicare il contenuto di nutrienti critici per la salute.
Italia a Tavola aveva sollevato la questione mesi fa, sostenendo la mancanza di validità scientifica di questo tipo di etichettatura, e aupicando in una normativa che interrompesse questo sistema deleterio soprattutto per il made in Italy.
In pratica il provvedimento del Regno Unito rendeva più difficile l’accesso al mercato per determinate categorie di merci. L’obiettivo del semaforo era quello di diminuire il consumo di grassi, sali e zuccheri ma, non basandosi sulle quantità effettivamente consumate ma solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti come l’olio extravergine d’oliva e promuovere, al contrario, le bevande gassate senza zucchero, fuorviando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale.
Il semaforo rosso penalizza, infatti, la presenza di materia grassa superiore a 17,5 grammi, quello giallo tra 17,5 grammi e 3 grammi e il verde fino a 3 grammi. Una scelta che è già stata adottata in molti supermercati in Gran Bretagna a danno di alcuni settori cardine dell’export Made in Italy e, più in generale, dell’intero trend di consumo nel Regno Unito del cibo italiano, che nel 2013 ha fatto segnare un aumento del 6%, per un valore di 2,8 miliardi.
Non a caso l’Italia e altri Paesi europei hanno messo in rilievo come il sistema del semaforo avrà un impatto negativo sul commercio, con la possibile presenza di barriere tra Stati membri, e quindi una violazione all’articolo 34 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, senza dimenticare l’irregolarità di inserire la presenza di un claim sulla nutrizione di tipo “non benefico”.
«La decisione della Commissione europea di aprire una procedura d'infrazione contro la Gran Bretagna per la nota etichetta a semaforo - ha dichiarato la Copagri in una nota - è da accogliere positivamente. Tale sistema, infatti, rappresenta un vero e proprio paradosso rispetto a produzioni riconosciute a livello mondiale come sicure e di qualità e in buona parte italiane, poiché basandosi sul contenuto di grassi, sale e zuccheri per classificare i prodotti, senza considerare i quantitativi consigliati nei pasti, va a “colpire” diverse produzioni Dop e Igp. Non è accettabile che il consumatore sia “deviato” nelle sue scelte difronte ai nostri formaggi e salumi, solo per fare un esempio, mentre magari talune bevande definite “light” siano promosse come prodotto esemplare per la salute. Parmigiano o Grana, i diversi prosciutti che rappresentano eccellenze del made in Italy sarebbero penalizzati sui mercati solo a causa di un'evidente “sfida” tutta incentrata su obiettivi commerciali, che non tengono in minima considerazione gli interessi dei cittadini del Regno Unito come di tutta l'Unione Europea. L'etichettatura basata sul metodo inglese sarebbe, dunque, un grave danno per chi consuma e per larga parte della produzione di qualità e dei prodotti alla base della dieta mediterranea, che pur essendo stata riconosciuta patrimonio immateriale dell'umanità dall'Unesco, con il metodo a semaforo è di fatto bocciata con diverse produzioni ritenute nocive per la salute».