Quella della sigaretta elettronica è una moda ormai ben diffusa anche in italia, tant’è che gli utilizzatori delle “finte sigarette” sono ormai quasi mezzo milione. Il pensiero più comune vuole che questi strumenti possano ridurre la dipendenza dal fumo, e alcuni ne hanno tratto giovamento, ma c’è chi invece è tornato alle sigarette di tabacco. La promessa delle cosiddette e-cig infatti non è quella di far smettere di fumare, ma piuttosto di ridurre i danni del fumo. Riportiamo per intero il commento e i consigli di un’esperta, tratti da Humanitas.it.
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La sigaretta elettronica rischia di iniziare al tabacco i giovani
«Non esiste qualcosa che ti faccia smettere di fumare - avverte Licia Vanessa Siracusano, emato-oncologo dell'unità operativa di Oncologia Medica ed Ematologia di Humanitas - una persona riesce a smettere di fumare solo quando lo vuole fare ed è fortemente motivata. Con la sigaretta elettronica siamo di fronte a due problemi. Il primo è che possono favorire l'iniziazione al tabacco per i giovani».
Cosa ancora più pericolosa per le e-cig che contengono la nicotina. «Noi - dice Siracusano - non nasciamo dipendenti dalla nicotina. Lo diventiamo se ne facciamo uso. Un rischio della sigaretta elettronica è che può abituare i giovani a qualcosa di cui potrebbero tranquillamente fare a meno».
Il monitoraggio medico delle sigarette elettroniche è difficile
L'altro problema è il monitoraggio. «Nei centri antifumo come il nostro in Humanitas - spiega la specialista - esistono dei protocolli scientifici articolati e validati dalla ricerca scientifica. Allo stato le sigarette elettroniche non sono un dispositivo medico e non è possibile controllarne l'uso in vista della cessazione». Poi c'è l'esperienza di alcune persone che hanno almeno ridotto il numero di sigarette fumate, mentre molti hanno continuato a utilizzare la sigaretta di tabacco nei luoghi in cui è possibile fumare e l'elettronica per gli ambienti chiusi.
«Quando un paziente ci racconta di un suo successo, anche con l'aiuto della sigaretta elettronica, siamo contenti di sapere che abbia trovato un modo in più per allontanarsi dal tabacco - dice la dottoressa Siracusano - ma per smettere di fumare c'è bisogno di altro: visite di controllo, esami del respiro, supporto psicologico grazie al counselling, controllo dei valori di monossido di carbonio e, quando serve, un supporto farmacologico mirato e controllato». Si tratta, spiega la specialista, «di un percorso a tappe che, grazie al lavoro degli specialisti e grazie alla motivazione del tabagista, si può concludere con successo».
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