Torniamo a parlare di Expo 2015, delle speranze, dei dubbi e delle preoccupazioni che si celano dietro questo importantissimo evento, ormai alle porte. Questa volta i dubbi arrivano da un ristoratore della provincia di Monza e Brianza, nonchè collaboratore di Italia a Tavola, Matteo Scibilia, che sceglie di esprimere le proprie perplessità scrivendo una lettera - che riportiamo per intero - indirizzata in prima persona alla gionalista del Corriere della Sera Elisabetta Soglio, e per conoscenza al Governo.
“
Carissima, seguo sempre i suoi articoli, precisi e concreti, le scrivo sull’argomento Expo, spero di esserle di aiuto con i miei pensieri e giudizi. Quando qualche tempo fa avemmo notizia che Milano aveva vinto la sfida per Expo 2015, sconfiggendo la città di Smirne, tutti ma proprio tutti fummo percorsi da un brivido, soprattutto noi commercianti di Milano e provincia, sapevamo già, che prima che i numeri diventassero motivo di promozione, l’Expo poteva e sarebbe stata una grande opportunità per il nostro territorio, ingenuamente convinti dinanzi ad una crisi sempre incombente che il destino economicamente parlando stava per darci una mano.
Sono un piccolo imprenditore, un ristoratore di qualità, come amano definirmi i critici gastronomici, sia pure con il ristorante in un piccolo paese della provincia di Monza e Brianza, già, abbiamo anche la riapertura della Villa Reale, tra l’altro eletta a sede locale di Expo, doppio brivido, Villa Reale - Expo, turisti e ospiti certi.
Poi, i numeri hanno cominciato a diventare di dominio pubblico, milioni di visitatori, miliardi di giro d’affari, centinaia di migliaia di nuovi assunti, certo qualche dubbio almeno tra i miei colleghi più attenti cominciava a farsi strada, ma, ci siamo chiesti più volte, se già in occasione di fiere, importanti come il Macef o il Salone del Mobile, per esempio gli alberghi sono strapieni, tant’è che qualche visitatore alloggia a Lugano, la viabilità delle tangenziali va in tilt, e stiamo parlando di qualche decine di migliaia di ospiti, come faremo con i milioni dell’Expo ? Ma eravamo fiduciosi, siamo italiani, siamo bravi, troveremo la soluzione a tutto.
Poi, leggiamo e si assiste alle prime lotte (lobby) di potere, direttori che vanno, commissari che cambiano, sindaci che si arrabbiano, sempre cose all’italiana, non ci scandalizzava per questo, sapevamo in parte che il rischio c’era, Regione, Provincia e Comune di Milano con tre entità politiche diverse, cosa potevamo aspettarci, ma quello che ha cominciato a rendere la storia un po’ preoccupante è stato l’avanzamento dei lavori, il giardino che doveva partire da porta Garibaldi non si fa più, le vie d’acqua inesistenti, ma badi bene Elisabetta, per gente come me, al di là delle questioni politiche, quello che più cominciava a preoccupare erano i vari percorsi di avanzamento dei lavori, andando in fiera a Rho per vari motivi si notava che i lavori sull’area Expo erano, per cosi dire un po’ indietro.
Ma - c’è sempre un ma - in fondo a noi commercianti cosa interessava… alla fine la nostra piccola speranza e che qualche cliente in più arrivi, che l’Expo mantenga la parola data e ci dia la possibilità di rifarci un po’ dalla crisi. Questo era ed è l’importante.
Finalmente, da qualche mese attraverso le associazioni di categoria, le camere di commercio siamo stati chiamati a raccolta e qualcuno ha cominciato a spiegarci “come funziona o meglio cosa sarà Expo” ci raccontano che la permanenza media degli ospiti sarà di tre giorni, che gli alberghi la faranno da padrone, anche se internet darà del filo da torcere alle agenzie viaggio, che i prezzi dovranno abbassarsi, che chi vorrà apparire negli elenchi in rete, una specie di pagine gialle Expo, in qualche maniera dovrà pagare, ma che niente ci potrà essere assicurato, tutta l’organizzazione di Expo è tesa a portare il visitatore a Milano, sin dinanzi alle porte dei nostri negozi o ristoranti ma lo stesso, poi, per riuscire a farlo diventare cliente è un problema solo nostro.
Essendo un evento dedicato al cibo sarà naturale che la gastronomia all’interno del sito di Expo, la faccia da padrone, così si scopre che oltre 200 saranno i ristoranti o i luoghi di somministrazione presenti internamente, che ogni nazione e regione del mondo, italiani in testa, sicuramente presenterà le proprie eccellenze alimentari anche e soprattutto con assaggi e show cooking, che i grandi della ristorazione commerciale, Autogrill e Farinetti in testa, stanno affilando le armi per essere presenti in forze e in grande stile, soprattutto scopriamo che i vertici di Expo Milano hanno deciso di chiudere la manifestazione a mezzanotte, contrariamente a tutte le fiere, ma anche alle altre edizioni di Expo dove la chiusura era quella canonica delle 18.00/19.00, ma come ci chiediamo, non ci avete “venduto” che Expo sarà la panacea alla crisi del commercio lombardo e non solo?
Ed ora scopriamo che Expo è talmente avida che gli ospiti li vorrà solamente lei? Il visitatore sarà già di per se super coccolato da tutti gli espositori, in più vuoi tenertelo dentro sino a mezzanotte? Non solo e pare che si farà anche un biglietto di ingresso serale ad un prezzo più basso, così rischiamo di perdere lavoro, magari anche i clienti tradizionali la sera faranno un “giro” dentro Expo, e con la viabilità che abbiamo intorno a Milano come faranno i visitatori a raggiungere Monza, Pavia, Lecco, Bergamo? E se poi gli resta un po’ di tempo e fame, come faranno ad andare a cena nei ristoranti della provincia? La famosa crescita è solo per gli incassi di Expo?
Ma non per altro, anche se leggi i vari bandi (sono pubblici nel web) ti accorgi che quasi niente è fatto per i piccoli, costi inavvicinabili, basta leggere, appunto, il bando per realizzare il ristorante Italia all’interno del Padiglione Italia, per capire alla fine che cosa è Expo: una cosa per i grandi, ma noi siamo un paese di piccole aziende, e purtroppo scopriamo oggi che gli affari sono solo per gli amici. Sempre e solo così. Il sogno che doveva aiutarci rischia di finire, anzi forse è già finito. Grazie.
Matteo Scibilia
”
Purtroppo questa lettera non ha ancora ricevuto una riposta, perciò Italia a Tavola si unisce a questa richiesta di chiarimenti, aggiungendo che saremmo lieti di avere una risposta, in merito alla questione orari serali, dal presidente della Camera di Commercio di Milano, Carlo Giuseppe Maria Sangalli, che ricopre anche la carica di presidente dell'Unione del commercio di Milano e di Confcommercio.