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Etichettatura, sì unanime alla mozione a tutela dell’origine dei prodotti

La Camera ha approvato la mozione che impegna il Governo ad accelerare l’adozione dei decreti attuativi della legge sull’etichettatura approvata nel febbraio 2011, e a premere sull’intervento dell'Unione europea

 
14 gennaio 2014 | 17:55

Etichettatura, sì unanime alla mozione a tutela dell’origine dei prodotti

La Camera ha approvato la mozione che impegna il Governo ad accelerare l’adozione dei decreti attuativi della legge sull’etichettatura approvata nel febbraio 2011, e a premere sull’intervento dell'Unione europea

14 gennaio 2014 | 17:55
 



Il governo dovrà adottare i decreti di attuazione per applicare la legge sulla etichettatura dei prodotti alimentari, prevedendo per alcuni prodotti modalità di inserimento volontario di sistemi specifici di sicurezza di identificazione elettronica e telematica: lo prevede la mozione unitaria approvata all’unanimità dall’Aula della Camera sull’etichettatura dei prodotti alimentari. La mozione impegna il governo, tra l’altro, a chiedere alla Ue «norme efficaci, rigorose, chiare e trasparenti in materia di origine dei prodotti», e a lanciare iniziative «volte a rafforzare la tutela della denominazione “made in Italy” nel campo delle produzioni agroalimentari».

Hanno presentato la mozione gli onorevoli Luca Sani (nella foto sotto a sinistra), presidente della Commagri, Marco Rondini, Filippo Gallinella, Colomba Mongiello, Franco Bordo, Adriano Zaccagnini, Monica Faenzi, Antonino Bosco, Mario Catania, Manfred Schullian.

Luca Sani«La consapevolezza dell’importanza del sistema agroalimentare nazionale - spiega il presidente di Commagri della Camera, Luca Sani - è stata la molla che ha spinto tutti i gruppi parlamentari a collaborare alla stesura di una mozione unanime e articolata in più punti. In Italia l’agroalimentare garantisce 34 miliardi di export (+ 8% nel 2013) su 245 miliardi di euro di fatturato nazionale (17% del Pil)».

«L’obiettivo - continua Sani - è impegnare il Governo ad accelerare l’adozione dei decreti attuativi della legge sull’etichettatura approvata nel febbraio 2011, e a premere sull’Unione europea perché sia resa obbligatorio e più stringente l'obbligo di indicazione del paese d'origine o del luogo di provenienza, sulla falsariga di quanto previsto dal regolamento Ue 1169/2011 per latte, prodotti lattiero-caseari, carni suine fresche, refrigerate o congelate e altre produzioni interessate dal suddetto regolamento».

«Frodi alimentari e fenomeno dell’Italian sounding - aggiunge Sani - stanno danneggiando la reputazione dei prodotti agroalimentari italiani di qualità, sottraendo fatturato al settore primario e al sistema agroalimentare. Per questo è importante dare attuazione a un sistema efficace di etichettatura, che tuteli sia i consumatori che i produttori/trasformatori. Cioè a dire una vera e propria carta d’identità dei prodotti italiani, con l’indicazione della provenienza e di altri elementi utili a certificare la qualità dei prodotti».

«È evidente - spiega ancora il presidente della Commagri - che un sistema di etichettatura di questo tipo ha una sua efficacia se inserito nel contesto di una normativa europea omogenea condivisa. Da qui la richiesta del Parlamento al Governo di intervenire su Bruxelles per promuovere una normativa quadro che vada oltre la Direttiva 2000/13/CE e il Regolamento Ue 1169/2011».

«In Europa, infatti - conclude Sani - continua a sopravvivere un’impostazione generica che ritiene incompatibile con le regole del mercato Unico la difesa della qualità collegata all’individuazione e localizzazione della zona di origine del prodotto o delle parti qualificanti del suo processo produttivo. Infatti, ad eccezione delle regole per Dop, Igp e Igt, si è preferito affermare un principio per cui l’indicazione obbligatoria è resa tale solo nel caso in cui la sua omissione possa indurre il consumatore in errore circa l’effettiva provenienza del prodotto alimentare».

Roberto MoncalvoIl presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo (nella foto accanto) ha espresso il suo apprezzamento per il via libera della Camera alla mozione “salva made in Italy a tavola”. Solo nell’ultimo anno - ha sottolineato la Coldiretti in una nota - sono scomparse 32.500 stalle ed aziende agricole e persi 36mila occupati anche a causa della concorrenza sleale dei prodotti di minor qualità importati dall’estero che vengono spacciati come made in Italy.

Contiene infatti materie prime straniere circa un terzo (33%) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio made in Italy, all’insaputa dei consumatori e a danno delle aziende agricole. «In un momento difficile per l’economia - ha dichiarato Moncalvo - dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e dare completa attuazione alle leggi nazionale e comunitaria che prevedono l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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