Risale alla fine del 2011 l’elezione di Andrea Giacinto Pieri (nella foto) come presidente dell’Aibes (Associazione italiana barman e sostenitori), che a suo tempo suscitò non poche polemiche. Alcune voci riportarono infatti presunte scorrettezze durante le penultime elezioni Aibes, e comportamenti non del tutto leciti da parte del presidente eletto.
Oggi la situazione si è fatta ancora più complessa, in quanto è in corso di svolgimento una causa legale che alcuni soci del comitato Aibes (formato da ex presidenti Aibes e Iba, ex tesorieri, consiglieri nazionali, ex fiduciari, ex presidenti Aibespromotion Srl, ecc.) hanno avviato contro l’elezione di Pieri.
Il 15 luglio di quest'anno il tribunale di Milano ha sospeso l'esecuzione del nuovo statuto Aibes, approvato nell'assemblea straordinaria del 7 gennaio 2013 a Bisceglie, riconoscendo la validità delle motivazioni adotte da un comitato Aibes e in particolare al pericoloso accentramento del potere nelle uniche mani del presidente.
Il 28 agosto scorso i giudici di Milano hanno ribadito con un'ordinanza che l'egemonia e le determine non sono un sistema di gestione che può essere praticato in un'associazione senza scopo di lucro e amicale. La causa tra i soci del comitato e il presidente Aibes Andrea Giacinto Pieri è alla stretta finale.
Umberto Caselli ex presidente Aibes ed Iba (International bartenders association) in un'accorata lettera ai soci spiega come questa causa sia stata voluta da molti soci Aibes solo ed esclusivamente per salvaguardare il nome, l'immagine e la storia di una associazione che negli anni ha contribuito ad elevare l'immagine della professione del barman e la qualità del turismo italiano.
Ecco i punti salienti:
- Ineleggibilità dell'attuale presidente che in base alle regole statutarie non doveva avvenire in quanto all'epoca Pieri occupava la carica di tesoriere Ada per Abruzzo e Molise.
- La sospensione dei membri del comitato non è mai stata approvata dal Collegio dei Probiviri. Tale sospensione è stata sospesa dal tribunale di Milano in data 3 novembre 2012.
- L'egemonia di potere instaurata dai signori Pieri ed Attolico come dimostrano le determine, la creazione di nuove sezioni, il sollevamento di alcuni fiduciari dalla loro posizione con conseguente nomina di altri e soprattutto la doppia carica di tesoriere Aibes e presidente dell'Aibes Promotion affidata al signor Pietro Attolico, ossia controllato e controllore in un'unica figura.
- Il comitato, a proprie spese, ha intrapreso azioni legali contro la presidenza e i 15 consiglieri e non contro l'Aibes... Ma chi paga le spese legali della controparte?
«Purtroppo l’Associazione italiana dei barman è stata snaturata - commenta
Carmine Lamorte (
nella foto), barman Aibes e firma di “Italia a Tavola” - lasciandosi alle spalle tutta una storia fatte di persone, che con mille difetti credevano solo ed esclusivamente in una professione e nella sua diffusione, cosa riuscita solo fino al 2006-2007. Ad un certo punto qualcosa si è inceppato. Quando subentrano interessi economici è ben difficile riuscire a mantenere un’associazione tale. Quando si poteva intervenire negli anni passati per fermare quello che sarebbe accaduto di lì a pochi anni, non lo si è voluto fare. Eppure le avvisaglie di chi aveva messo gli occhi sugli interessi economici di quella che era la più bella associazione d’Italia c’erano tutti, e chi avrebbe potuto fermare ciò non lo ha fatto benché fossero stati messi in guardia dal sottoscritto, quando ero fiduciario alla fine degli anni ’90. Ed oggi ci troviamo dinanzi a qualche cosa che non assomiglia neppure lontanamente a quella che era l’Associazione italiana barman e sostenitori».
«Adesso - conclude Lamorte - saranno le sentenze dei giudici e dei tribunali a sancire cosa deve essere l’Associazione dei barman italiani. Mi si accappona la pelle al pensiero, eppure è cosi. Personalmente credo che ritornare ad essere quello che era un tempo non sia più possibile, l’unica cosa da fare è fondare una nuova associazione italiana barman e sostenitori e ricominciare da capo, per arrivare poi nel tempo ad una fusione con quello che rimane della vecchia, spazzando via tutti i danni fatti, compresi gli esecutori. Al momento non vedo grandi chance per questi coraggiosi oppositori, anche se le sentenze del tribunale daranno loro ragione».