«Non toccate l’Iva sulla ristorazione sociale, cioè quella relativa ai pasti nelle scuole e nelle aziende». È quanto afferma Lino Stoppani (nella foto), presidente Fipe-Confcommercio (Federazione italiana pubblici esercizi), sulla base di indiscrezioni di eventuali ritocchi dell’aliquota più bassa, cioè quella applicata anche ai pasti serviti nei luoghi frequentati da studenti e lavoratori.
Fipe mette bene in chiaro la sua posizione e suggerisce anche il rimedio: «Esistono attività di ristorazione - specifica Stoppani - come quelle relative a circoli privati, circoli sportivi, sagre e feste di partito che sono esenti da Iva e da imposte dirette. Pertanto, prima di ipotizzare un aumento di qualsiasi aliquota sarebbe bene far pagare l’imposta sul valore aggiunto a chi ne è del tutto esente, mettendo fine a disequilibri sociali e concorrenza sleale nel mercato».
Fipe, inoltre, fa notare come un eventuale aumento dell’aliquota del 4% sulla ristorazione scolastica e dei dipendenti pubblici andrebbe a gravare sui bilanci dei Comuni o di altre amministrazioni.