«A quanti mi chiedono di spiegare cos’è Agrinsieme, io rispondo che è la volontà di mettersi insieme per trovare soluzioni a problemi comuni. Erano i nostri stessi soci che quando ci incontravano ripetevano: “gli agricoltori hanno tutti gli stessi problemi, mettetevi insieme e provate a trovare soluzioni”. Ecco, Agrinsieme è la risposta ad esigenze fortemente avvertite dalle migliaia di aziende e cooperative da noi rappresentate, una risposta che non somiglia neanche lontanamente a quei progetti che nascono nel nostro comparto come frutto di decisioni assunte nella solitudine dei palazzi romani e poi imposte ai dirigenti e agli agricoltori che operano nei territori». Queste le parole del presidente di Confcooperative e dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari, Maurizio Gardini (nella foto, a sinistra), intervenendo al convegno “Agricoltura e politica: Agrinsieme per la riforma dell’agricoltura italiana e della Pac”, che si è svolto ieri, 8 settembre, alla Fiera Millenaria di Gonzaga (Mn).
Ricordiamo che Agrinsieme è il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari, che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare.

«La forza di Agrinsieme - ha proseguito Gardini - è dunque il consenso, perché si tratta di un progetto che non è calato dall’alto. La scelta da parte di Cia, Confagricoltura e dell’Alleanza delle Cooperative di stare insieme è piuttosto la logica conseguenza del fatto che cinque soggetti tra loro diversi condividano una stessa visione di agricoltura, che è fondamentalmente proiettata verso il futuro».
Il modello di agricoltura che persegue Agrinsieme, ha spiegato Gardini, «è quello di un’agricoltura che è non chiusa ai mercati locali, ai prodotti coltivati sotto casa e magari anche trasformati in casa, un modello in grado di sedurre schiere di media e di lettori, ma che non coglie in pieno le potenzialità di quello che è e resta un comparto produttivo ed economico tra i più importanti del nostro Paese e che, spesso lo si dimentica, è oggi chiamato a produrre sempre più cibo di qualità per un mercato ormai globale».
«Questo è il tempo delle scelte organizzative che richiedono sempre una grande dose di coraggio - ha concluso Gardini - e le nostre scelte sono chiare: noi non possiamo permetterci di inseguire ed affermare una visione di agricoltura anacronistica, legata ai modelli del passato. Il nostro obiettivo è invece raccogliere le sfide e le opportunità della globalizzazione, mettendo al centro le filiere agricole e rendendole sempre più efficienti, forti e strutturate, per riuscire ad essere competitive sul mercato e generare più reddito per gli agricoltori».