L’enogastronomia italiana, quella che comprende sia i prodotti alimentari nella loro totalità (dalla farina, all’olio extra vergine di oliva, per arrivare alla pasta e ai condimenti e finendo con i salumi e i formaggi) sia le bevande (in primis vino, amari e liquori), ha da sempre avuto un ruolo da protagonista nel mondo. Per questo motivo, per la prima volta in Italia, le istituzioni si muovono con un progetto specifico di rilancio economico, partendo proprio dal settore dell’enogastronomia come chiave di volta. È così che nasce il progetto “FoodItalia”, finalizzato ad allestire una serie di punti commerciali in Ucraina, che propongono direttamente agli operatori di mercato le produzioni delle aziende italiane aderenti al progetto. È prevista l’apertura di una serie di magazzini attrezzati che, ramificati in ogni regione dell’Ucraina, ospiteranno le produzioni delle aziende italiane partecipanti.
L’idea, spiega Maurizio Carnevale (nella foto), presidente della Camera di commercio italiana per l’Ucraina, consiste nell’«aprire un grosso punto logistico di importazione del prodotto Italia, un centro che gestisca sdoganamento, certificazioni e tassazione ed elimini il problema dei pagamenti, perché il compratore ucraino verrà qui a comprare e pagare direttamente per quello che gli serve». Un’iniziativa che la Camera di commercio sta proponendo a piccoli produttori, ciascuno con una sua specializzazione. «È determinante che non ci sia competizione», aggiunge Carnevale. Muoversi in gruppo, condividendo tanti piccoli budget. I produttori scelti si organizzeranno in una sezione consortile che in Ucraina aprirà una società locale, personalità giuridica di diritto ucraino. L’auspicio è partire in autunno con il polo logistico a Lviv (Leopoli), per poi avviare la seconda fase, la nascita di 25 punti vendita direttamente agli operatori del settore. Una catena di discount in franchising, controllata dall’Italia, uno per ogni regione dell’Ucraina.
«“Le Giornate italiane” - continua Carnevale, facendo riferimento alla manifestazione di valorizzazione del Made in Italy svoltasi a Kiev con successo lo scorso 2 giugno, in occasione della nostra festa della Repubblica - sono state un punto di partenza, l’occasione per presentare l’importante progetto FoodItalia». Un’idea, osserva Andrea Domeniconi, capo dell’Ufficio economico e commerciale all’Ambasciata d’Italia, «che risponde alle difficoltà che i produttori italiani dell’agroalimentare sperimentano entrando nel mercato ucraino: perché sono piccole imprese che faticano a sostenere gli investimenti necessari, oppure a causa delle barriere tariffarie e non che in Ucraina si incontrano soprattutto nell’agroalimentare. Il sistema di certificazione che non riconosce gli standard europei, la doppia licenza obbligatoria per poter vendere vino: pratiche complesse che difficilmente l’esportatore italiano riesce a seguire da solo».
Il ruolo più importante che l’enogastronomia italiana assume è quello di ambasciatrice, nel mondo, della nostra cultura: il considerare la cucina come un’arte e il momento conviviale dei pasti come uno dei più importanti della giornata. Il nostro Paese non ha concorrenti in grado di eguagliare la qualità e la varietà dei prodotti enogastronomici, come pure in tutti gli altri settori legati al fashion e al design.
I grandi marchi del “food & drink” italiano hanno invaso il mondo, ma allo stesso tempo sono centinaia le piccole e medie imprese che operano nel settore, seppur senza particolari brand o strutture alle spalle. La vera forza, quella storica e reale, è il “Made in Italy”, al di là di tutti i marchi famosi, al di sopra di ogni brand. Il Made in Italy è il marchio che fa grande il nostro Paese.
Ecco perché il progetto FoodItalia mira a dar spazio anche e soprattutto alle piccole e medie imprese nell’ambito del settore enogastronomico, che da decenni, se non secoli, di generazione in generazione, hanno sempre contribuito ad affermare la posizione di primo piano dell’Italia in tutto ciò che ruota attorno al concetto di “ars culinaria”.
Il fenomeno “Est Europa”
Nelle repubbliche ex sovietiche, la cucina italiana è apprezzata più che mai, e la spesa pro capite per l’acquisto di prodotti enogastronomici del nostro Paese e/o per mangiare nei ristoranti di cucina italiana raggiunge cifre a dir poco impressionanti. L’Ucraina, in particolare, sta osservando uno sviluppo eccezionale di tutto ciò che può rientrare in qualche modo sotto il cappello dell’enogastronomia made in Italy e della cultura culinaria tricolore.
L’iter del progetto “FoodItalia”
Il modello “FoodItalia” prevede:
- La costituzione di una sezione consortile “Food&Drink” della Camera di commercio, a cui potranno accedere imprese produttrici del settore, selezionate sulla base di parametri che saranno in seguito comunicati ai vari candidati;
- La costituzione di un desk di coordinamento in Italia, con il compito di organizzare e supportare i produttori italiani nella fase di esportazione;
- La costituzione di un network di vendita modello “franchising” in tutte le regioni ucraine;
- La progettazione e la realizzazione di tutto il materiale grafico e tutti gli arredi, che formeranno l’immagine coordinata del gruppo.
A proposito del “ponte” con l’Ucraina, si è espresso anche l’ex premier italiano
Romano Prodi, che sul
Sole 24 Ore scrive: «Raramente i leader mondiali hanno l’opportunità di raggiungere pragmaticamente un ideale, di unire sogni arditi a un’oculata arte di governo. Oggi tale opportunità è di fronte a noi: l’avvicinamento tra Unione europea e Ucraina, la creazione di un ponte tra Oriente e Occidente, è alle porte. A novembre, l’Unione europea e l’Ucraina dovrebbero firmare un Accordo di associazione per incrementare la circolazione di beni e persone tra i due Paesi e favorire una più stretta integrazione. [...] È proprio questo il momento di rafforzare i legami tra l’Ucraina e l’Europa. Kiev vuole un futuro europeo e i suoi legami di sangue, di storia, di fede, ma anche i trattati moderni, sono le fondamenta su cui è possibile costruire un ponte duraturo tra Europa e Russia. L’Ucraina può costituire un canale attraverso cui veicolare quei valori europei e quei legami con l’Europa in grado di indebolire i mutui sospetti e costruire una pace più duratura. Oggi ci troviamo di fronte un’opportunità che potrebbe non ripresentarsi tanto presto: avvicinare l’Ucraina all’Europa attraverso il commercio, i viaggi, la cultura e un impegno sempre crescente verso il governo del diritto. Tale opportunità ci consente allo stesso tempo di essere pragmatici ed esprimere i nostri valori condivisi. Solide ragioni geopolitiche, insieme alla speranza in un futuro migliore e condiviso per l’Europa e l’Ucraina, ci esortano a cogliere questa opportunità strategica».
Progetto TurismoIl secondo step nella strategia di valorizzazione del Made in Italy in Ucraina riguarda il turismo. Il turismo nel nostro Paese è per diritto inserito in quella che viene denominata la lista delle “eccellenze” e che propone al mondo una serie ineguagliabile di situazioni e di offerte che spaziano dal mare alla montagna, dalla storia all’architettura, dallo shopping all’enogastronomia, dall’arte alla cultura, al turismo religioso e così via. Da una relazione presentata da Unioncamere relativa alla situazione del settore turismo in Italia nell’anno 2012, è evidente come l’enorme potenziale del nostro Paese non sia ancora pienamente sfruttato. Il turista ucraino è uno di quelli che nei suoi viaggi spende di più. Gli operatori in quel territorio confermano con sicurezza che l’Italia è la meta più ambita dalla popolazione ucraina in genere, ma nonostante ciò non è la destinazione effettiva che poi viene scelta.
Il progetto che verrà attuato dalla Camera di commercio italiana per l’Ucraina prevede la creazione di due network (uno in Italia e uno in Ucraina) di sportelli e mini-tour operator su scala regionale, che si occupino dell'informazione del turista, della promozione e vendita di pacchetti e della gestione dei periodi di permanenza dei viaggiatori. Un desk italiano e uno ucraino, nel frattempo, provvederanno a scolgere funzione di monitoraggio, coordinamento e supporto generale.