Il mercato del riso è cambiato e i risicoltori devono aggregarsi per programmare le scelte di semina e la commercializzazione del proprio prodotto. È questa l’indicazione che viene dall’incontro tenuto a Mortara (Pv) tra cooperative, consorzi e associazioni del settore riso, su invito di Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane (di cui fanno parte Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital).
I partecipanti all’incontro hanno espresso grande preoccupazione per l’andamento insoddisfacente delle quotazioni dei risoni, soprattutto per quanto riguarda le varietà tipicamente consumate in Italia come Carnaroli e Arborio. I prezzi all’origine sono più bassi del 30% rispetto ad ottobre 2012, anche a causa di una produzione cresciuta del 10% nel momento in cui la domanda dell’industria risiera risente di una contrazione dei consumi finali dell’1%. A questa situazione contribuisce in misura non indifferente l’estrema polverizzazione dell’offerta dei risicoltori, l’80% dei quali vende da sé il proprio risone, senza la certezza di spuntare un prezzo remunerativo in un mercato controllato da pochi compratori ben organizzati.
In tal senso le strutture associative di vendita del risone possono rappresentare, secondo Agrinsieme, un’opportunità per tutti i risicoltori, disponendo degli strumenti e delle capacità per immettere sul mercato la produzione nel momento migliore con le migliori condizioni di pagamento.
«Se il prezzo di mercato non si riprenderà nei prossimi mesi, non c’è da stare allegri», ha commentato Giuseppe Ferraris, presidente della Federazione nazionale risicoltura di Confagricoltura. «Si stanno affacciando nel mercato europeo nuovi Paesi fortemente esportatori, come il Myanmar (ex Birmania) e il Paraguay». Ad avviso di Confagricoltura non va sottovalutata poi l’India, che ha ripreso ad esportare su larga scala le varietà Indica; la prospettiva di una svalutazione “pilotata” di tutte le monete asiatiche rispetto all’euro, renderà ancora più competitive le importazioni in Europa di riso proveniente da quella parte del globo.
«La produzione di risone - ha concluso il rappresentante di Confagricoltura - non può continuare a muoversi in ordine sparso in un mercato di cui l’industria risiera mantiene saldamente il controllo e in cui i risicoltori non hanno peso sufficiente per incidere sui prezzi. Le cooperative ed i consorzi di vendita del risone sono già pronti ad offrire, per la corrente campagna, a tutti i risicoltori gli strumenti agevolati e le modalità di commercializzazione di cui beneficiano i propri soci per immettere sul mercato la produzione nel momento migliore».
L’incontro di Mortara si è concluso con l’impegno comune a promuovere, all’interno di Agrinsieme, il nuovo strumento di coordinamento politico tra le organizzazioni degli agricoltori e della cooperazione, una rete tra le cooperative e i consorzi del settore riso per la programmazione e concentrazione dell’offerta in funzione della domanda di mercato. L’obiettivo è di assicurare la necessaria valorizzazione, in termini di remunerazione ed efficienza, all’attività commerciale dei risicoltori nell’ambito della filiera.