Il ventesimo anniversario delle stragi di Capaci e di via D'Amelio è stato motivo di riflessione anche per le personalità di spicco dello stato, riunitesi presso l'aula Bunker del carcere Ucciardone di Palermo.
Hanno partecipato alla celebrazione anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e Lino Stoppani, presidente Fipe, che ha evidenziato: «La holding criminale della ristorazione è la più grande catena di ristoranti in Italia, conta almeno 5mila locali, 16mila addetti, e fattura più di un miliardo di euro l'anno. Il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso nel suo libro 'Soldi sporchi” ha descritto uno scenario assai inquietante per i pubblici esercizi. Non possiamo vedere il nostro settore così soggetto alle infiltrazioni della criminalità organizzata. Per lottare veramente contro le mafie è necessario affiancare alle operazioni di contrasto portate avanti dalle forze dell'ordine e dalle procure un'attività di cultura alla legalità e all'onestà che deve partire dalle scuole. Bene dunque il coinvolgimento degli studenti anche con iniziative di piazza in concomitanza con le celebrazioni più solenni nei luoghi storici alla presenza dell'Autorità italiana più alta».
Alla tre giorni di celebrazioni stanno partecipando come viaggio premio anche le due classi vincitrici del concorso ideato da Solidaria dedicato a Libero Grassi con il sostegno di Confcommercio-Imprese per l'Italia e la collaborazione del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Per sostenere i principi di legalità, il presidente della Confcommercio di Gela, Rocco Pardo, ha organizzato una fiaccolata per condannare il vile e brutale atto perpetrato ai danni di innocenti e a manifestare solidarietà al dolore di parenti ed amici per la morte di Melissa Bassi.
«I pubblici esercizi - ha proseguito Lino Stoppani - sono indeboliti dalla crisi economica e dalle difficoltà sempre più grandi di accesso al credito. è una condizione di fragilità in cui è facile cadere vittime degli usurai o di chi con l'illusione del grande affare riesce poi ad impadronirsi dell'attività commerciale e spesso anche delle mura. La mafia ha così terreno facile per infiltrarsi e sottrarre aziende per gestirle in proprio solo con l'obiettivo di riciclare denaro sporco. Ricordare quanto è accaduto nell'aula bunker con il maxi processo che ha dato il primo scossone storico alla mafia deve servire da invito a tenere sempre alta la guardia nei confronti di chi è alla ricerca di guadagni illeciti che spesso odorano anche di sangue».