Da giugno scorso il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop ha sottoposto all'attenzione dei soci la possibilità di certificare l'azienda al sistema di gestione 'halal”, cioè una produzione nel rispetto delle leggi islamiche, in modo da favorire la penetrazione del prodotto in segmenti di mercato di fede musulmana, in Italia e all'estero.

«L'Indonesia è un mercato molto promettente per la mozzarella di bufala campana, su cui vale la pena investire». Lo ha dichiarato il console generale di Indonesia a Napoli, Giuseppe Testa (nella foto sopra, terzo da sinistra), al termine della visita della delegazione di parlamentari del paese asiatico in provincia di Caserta, nata dall'interesse verso la mozzarella di bufala campana Dop certificata 'halal”, prodotta cioè nel rispetto delle leggi islamiche. La delegazione ha incontrato il direttore del Consorzio, Antonio Lucisano (nella foto sopra, primo da sinistra), e i titolari del caseificio 'La Baronia”, a Castel di Sasso, il primo ad ottenere la certificazione halal e di cui Alfonso Cutillo (nella foto sotto, a destra) è titolare.
«La risposta - sottolinea Lucisano - è stata immediata e molto positiva: sono già una decina infatti le aziende a cui è stata rilasciata la certificazione e che dunque producono una mozzarella Dop che garantisce la qualità di sempre e inoltre può essere consumata dai musulmani osservanti, perché è conforme ai dettami del Corano e della Sharia. Questo è il segnale concreto dell'attenzione con cui guardiamo anche ai consumatori di paesi extraeuropei e di altri credo religiosi».

«L'Indonesia - commenta Giuseppe Testa - è un paese con oltre 240 milioni di abitanti, fa parte del G20 e attualmente è la prima economia di tutto il sud-est asiatico. Ha un tasso di crescita molto elevato ma sostenibile, oltre il 7% annuo, ed infine un ceto medio in continua espansione, con buona capacità di spesa, pari al 61% della popolazione, ovvero 131 milioni di cittadini indonesiani che rappresentano il ceto medio. Per questi motivi l'Indonesia merita grande attenzione anche sul versante economico, visto che i nostri prodotti agroalimentari registrano un forte gradimento».
La delegazione era composta da undici parlamentari, membri della commissione Affari sociali, religiosi ed emancipazione femminile, guidati da Chairun Nisa (nella foto sopra, a sinistra). Durante la permanenza in Italia hanno avuto incontri anche con la controparte parlamentare italiana e oggi con la commissione Agricoltura. Ad accompagnare gli onorevoli sono stati il console generale Testa, e Krishna Hannan, ministro consigliere diplomatico, attaché politico dell'Ambasciata di Indonesia a Roma.
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