Vista la crisi, quest'anno sarà un 'magro” Natale per gli italiani, che spenderanno di meno per le prossime feste di fine anno. Ma tra le tante privazioni però le famiglie non rinunciano alle specialità enogastronomiche del Natale e l'81% degli italiani si appresta a onorare le festività con una spesa quasi invariata rispetto a quella del 2010. Meglio tagliare su regali e viaggi, ma non toccare la vigilia e il cenone di Capodanno. Ad affermarlo è la Cia, in base alle rilevazioni compiute nei giorni scorsi sulle intenzioni d'acquisto degli italiani in vista delle vacanze natalizie.
Più in dettaglio, ogni famiglia sborserà in media 140 euro per imbandire le tavole del 24, 25 e 26 dicembre. Con una spesa complessiva stimata in 3,2 miliardi di euro. Vale a dire solo l'1% in meno del 2010. Per contro, le spese per i doni natalizi subiranno una flessione del 3,5% rispetto all'anno scorso, mentre quelle per i viaggi diminuiranno fino al 7%.
Nessuna 'spesa folle” comunque. Lo spettro della recessione e il calo del potere d'acquisto rendono gli acquirenti più oculati. Insomma sarà un Natale caratterizzato da prodotti e specialità enogastronomiche legate al territorio e alle tipicità regionali. Salmone, ostriche, caviale e frutta esotica verranno consumate con il contagocce.
Quanto ai doni natalizi, è corsa al regalo utile e così i prodotti enogastronomici battono l'hi-tech. è quanto emerge da un sondaggio condotto dalla Coldiretti. Il cesto di prodotti alimentari tipici è in cima ai desideri del 52% degli intervistati. Segue, al secondo posto, l'abbigliamento con il 13%, poi libri e dvd col 12% e, fanalino di coda, le ultime novità della tecnologia informatica.
L'orientamento delle preferenze, spiega l'associazione in una nota, dipende dall'affermarsi di uno stile di vita attento a ridurre gli sprechi, nel contesto della crisi economica. Coldiretti spiega che «gli italiani acquisteranno prodotti tipici per un valore oltre 2 miliardi di euro proprio per effetto della tendenza verso i prodotti alimentari di qualità da regalare a se stessi o agli altri».
La scelta del made in Italy nell'alimentare è giustificata dal fatto che sul territorio nazionale si trova un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della superficie bio dell'Unione, pari a oltre un milione di ettari. L'agroalimentare può contare su 233 prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall'Unione europea, senza contare le 4606 specialità tradizionali censite dalle regioni, mentre sono 517 i vini a denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica.
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