Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
domenica 29 settembre 2024  | aggiornato alle 00:50 | 107981 articoli pubblicati

Rational
Salomon FoodWorld
Rational

Giovani agricoltori in Italia Pochi e non aiutati dallo Stato

Per Nomisma in Italia gli under 40 del settore primario sono stimati intorno all’8%; quelli under 35 sono il 2,9% (Eurostat), quota ancora molto lontana dalla media europea del 6%. I giovani agricoltori risultano preparati e innovativi, ma bloccati dalla burocrazia e dalla mancanza di provvedimenti

04 novembre 2011 | 17:47
Giovani agricoltori in Italia Pochi e non aiutati dallo Stato
Giovani agricoltori in Italia Pochi e non aiutati dallo Stato

Giovani agricoltori in Italia Pochi e non aiutati dallo Stato

Per Nomisma in Italia gli under 40 del settore primario sono stimati intorno all’8%; quelli under 35 sono il 2,9% (Eurostat), quota ancora molto lontana dalla media europea del 6%. I giovani agricoltori risultano preparati e innovativi, ma bloccati dalla burocrazia e dalla mancanza di provvedimenti

04 novembre 2011 | 17:47
 

Preparati e innovativi, ma bloccati dalla burocrazia e dalla mancanza di provvedimenti che li rendano competitivi con i colleghi europei, più numerosi e valorizzati dalle politiche nazionali. Dal primo Forum dei giovani agricoltori dell'Anga (Associazione nazionale giovani agricoltori), in corso a Rimini, arriva un messaggio chiaro: l'agricoltura italiana saprà competere a livello internazionale se si favorirà il passaggio generazionale verso i nuovi imprenditori, più preparati, più innovativi e più attenti alla qualità delle produzioni.  Frenano tuttavia il processo di ricambio il peso della burocrazia per l'avvio e la gestione dell'azienda, la difficoltà di accesso al credito e il costo del lavoro.



è quanto emerge dall'indagine di Nomisma (su un campione di 200 giovani agricoltori), presentata al Forum nazionale che, partendo dalla realtà attuale del comparto, ha approfondito le esigenze e i punti di forza delle nuove leve agricole italiane.  Gli under 40 del settore primario sono stimati intorno all'8%; quelli under 35 sono il 2,9% (Eurostat), quota ancora molto lontana dalla media europea del 6%. Un dato che si avvalora se si aggiunge che gli over 65 sono il 44,1%, percentuale che porta l'Italia a primeggiare per anzianità a livello europeo (la seconda è la Spagna con il 34,6%), e che l'indice di ricambio generazionale – misurato dal rapporto tra imprenditori agricoli con meno di 35 anni rispetto agli over 65 – è pari ad appena il 7%, a fronte del 18% della media comunitaria, del 51% della Francia e del 104% della Germania.

Ciononostante, la realtà dei giovani agricoltori italiani si presenta ricca di potenzialità in attesa di essere valorizzate da misure politiche concrete, lungimiranti, non limitate a interventi spot.

Le imprese agricole oggetto dell'indagine di Nomisma sono condotte da capiazienda con un alto grado di istruzione: il 47,8% degli intervistati è laureato (11,6% in agraria/veterinaria); quasi il 60% dei giovani agricoltori realizza produzioni certificate (bio, Dop/Igp, lotta integrata, per private label, etc.). Si tratta di aziende propense all'innovazione: trasformazione delle produzioni, agriturismo, vendita diretta in azienda e agroenergie rappresentano le principali novità introdotte nell'ultimo quinquennio e che hanno permesso non solo di incrementare e diversificare le fonti di reddito (lo dichiara il 23% delle imprese condotte da giovani agricoltori), ma anche di ridurre i costi di produzione (18%) e di migliorare la qualità dei prodotti aziendali (16%).  

Nell'ambito dei processi innovativi figurano anche l'adozione di nuove tecnologie e know-how: dai sistemi di guida satellitare all'informatizzazione del controllo di gestione; dalla costruzione del sito internet aziendale alla stipula di contratti diretti con l'industria; dalla strutturazione dei collaboratori alla formazione imprenditoriale del conduttore attraverso la visita di aziende a livello internazionale.

Riguardo all'utilizzo di manodopera, gli intervistati hanno detto di ricorrere per il 59% dei casi a personale extrafamiliare, ma lamentano difficoltà legate all'incidenza dei costi complessivi, alla formazione professionale non adeguata o al reperimento di manodopera in tempi brevi. Suggeriscono interventi migliorativi, quali investimenti formativi, ampliamento dell'utilizzo del voucher, riduzione dei costi e degli oneri contributivi.

Relativamente alle linee guida della nuova Pac, i giovani agricoltori segnalano che, a fianco della riduzione dei pagamenti diretti, non aumentano gli strumenti di rafforzamento contrattuale e di gestione del rischio. Elementi che sarebbero assai uliti ad aumentare la competitività delle aziende.

Per quanto concerne il mercato, oltre l'80% delle imprese intervistate lamenta un collocamento delle proprie produzioni sotto le attese e difficoltà ad andare oltre il mercato locale per aumentare il profitto. La causa è anche della posizione contrattuale svantaggiata degli agricoltori nella filiera agroalimentare. Per tale motivo il 38% dei giovani agricoltori vorrebbe un rafforzamento delle organizzazioni dei produttori; il 18% renderebbe obbligatoria l'etichettatura di origine delle materie prime; il 16% sarebbe favorevole all'introduzione di strumenti dell'economia contrattuale in grado di garantire una divisione dei profitti tra le controparti. Il 12% di giovani agricoltori, infine, chiede di definire per legge un tempo massimo di pagamento nelle transazioni commerciali.

«Il sistema agroalimentare italiano (che vale il 15% del PIL) - dice il presidente dell'Anga Nicola Motolese - necessita di urgenti interventi della politica e continuità programmatica. L'indagine di Nomisma lo ha confermato. Questo nostro primo Forum dimostra quanto i giovani agricoltori possono essere determinanti nel processo di sviluppo dando un contributo concreto all'Italia e all'Europa».

Il ministro della Gioventù: «I giovani imprenditori agricoli devono poter competere ad armi pari rispetto agli altri settori economici»
«Così come 150 anni fa la storia dell'Italia è stata scritta da giovanissimi, i coetanei di oggi, in questo periodo di destabilizzazione, hanno la possibilità di scrivere la storia». Lo ha detto il ministro della Gioventù Giorgia Meloni (nella foto) intervenuta in collegamento telefonico al convegno. Sollecitata a intervenire sul ruolo della politica e sulle scelte che deve compiere, il ministro ha risposto che oggi si ereditano decenni di «decisioni politiche dell'immediato, prese per accontentare gli elettori, senza un'ottica costruttiva». E ha annunciato che il Governo sta lavorando a una legge costituzionale affinché nessuna generazione possa scaricare su quella successiva il peso delle scelte effettuate.

Giorgia MeloniIn riferimento al dato di disoccupazione giovanile in Italia, arrivato al 28%, il ministro Meloni ha precisato che riguarda solo la fascia di età dai 15 ai 24 anni, quando spesso i ragazzi non si sono impegnati in percorsi formativi adeguati.

In agricoltura, nonostante il numero esiguo di imprese giovanili rispetto alla media europea, «le aziende più strutturate - ha affermato – sono spesso quelle condotte dai giovani». Per rispondere agli imprenditori agricoli che chiedono di essere messi al centro delle scelte politiche, Meloni ha confermato che il comparto deve poter competere ad armi pari rispetto agli altri settori economici. «Qualcosa però è stato fatto» ha ricordato il ministro, citando ad esempio i voucher, i contratti di apprendistato utili ai ragazzi e convenienti all'impresa, ma anche le misure adottate a favore dei giovani, come il Fondo di garanzia che protegge i mutui accesi dalle coppie di precari, il Fondo Mecenate per sostenere chi investe negli under 35, e l'impegno economico per favorire lo start up delle imprese.

«La politica deve senza dubbio dare un segnale importante – ha concluso Meloni - riducendo il costo del suo sistema. Anche i giovani agricoltori hanno una grande responsabilità e lo sanno: devono impegnarsi ancora di più a tutelare e gestire il territorio, e i disastri provocati dal maltempo di questi giorni lo dimostrano».


© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali

10/11/2011 12:34:00
1) Solo parole
Dispiace che il Ministro della Gioventù ...pensi più a fare il Ministro che trovare soluzioni per i giovani. Sarebbe stato più opportino fare fatti che le solite inutili parole. Mi auguro che prendano il suo posto persone più competenti , perchè è insopportabile che un giovane venga preso in giro da un altro giovane che se ne sta comodamente in " poltrona"




Vini d'Abruzzo
Cirio Conserve Italia
Consorzio Asti DOCG
Molino Spadoni

Vini d'Abruzzo
Cirio Conserve Italia
Consorzio Asti DOCG

Molino Spadoni
Debic
Pane Nostrum