Altro che misure choc. All'Italia serve uno scatto d'orgoglio e provvedimenti drastici per tagliare da subito i costi della casta politica e colpire l'evasione fiscale. Delle lettere d'intenti o dei pannicelli caldi nessuno sa più che farsene. Questo è il momento in cui qualcuno deve dimostrare di essere uno Statista e pensare sul serio al futuro del Paese, non al calcolo di quanti Parlamentari può ancora comprarsi o di come si può evitare qualche processo. I nostri risparmi di una vita sono falcidiati giorno dopo giorno e bruciati sull'altare dell'ignavia di politici che da luglio, quando si potevano prendere provvedimenti incisivi, hanno lasciato che la speculazione finanziaria affondasse la Borsa e con essa le riserve delle famiglie italiane.
Ora non ci resta che rimboccarci le maniche, ma per farlo non basta seguire gli appelli del Presidente della Repubblica. Gli italiani devono poter recuperare quella fiducia che si è frantumata fra 'bunga bunga” e polemiche con l'Europa, con la stampa estera e fra gli stessi Ministri. Quello con cui ci presentiamo al mondo è un Governo che ha mentito sulla gravità della crisi e ora cerca scuse su tutti i fronti. E in più abbiamo un'opposizione che solo ora si rende conto che non è più tempo di colpire il Premier per la sua mancanza di stile (da solo si è già fatto tutto il male possibile...) e che occorre mettersi a disposizione per condividere l'indispensabile adozione di sacrifici che nessuno vorrebbe votare in Parlamento.
Dall'Unione europea ci vengono richieste precise e ultimative, ma a livello del Governo si fanno solo promesse o si scrivono letterine senza alcun vincolo. L'intervento sulle pensioni o il taglio di Province e Parlamentari sono bloccati da un Bossi più preoccupato di celebrare insieme al ministro dell'Economia Tremonti le feste della zucca la notte di Halloween, che non di reagire al crollo della Borsa. La liberalizzazione delle professioni e la riduzione dei costi della casta politica è bloccato da Ministri come La Russa che si permettono persino di giustificare le assurde e vergognose spese per i servizi domestici o le auto blindate dei generali dell'esercito. Nessuno vuole sul serio introdurre la possibilità di portare in deduzione dalle tasse fatture e ricevute di professionisti e lavoratori autonomi per combattere l'evasione fiscale, e ugualmente è bloccata da chissà quali finte idee liberali l'introduzione di una patrimoniale sulle grandi proprietà, che pure era stata sollecitata anche da alcuni grandi ricchi e che colpirebbe anche la criminalità. Per non parlare della vendita dei patrimoni immobiliari pubblici (con scarsi redditi) che un esercito di amministratori incapaci vorrebbe mantenere in gestione... E l'elenco potrebbe continuare all'infinito.
In queste condizioni ci dobbiamo aspettare un prelievo forzoso sui conti correnti, un condono mascherato da concordato fiscale e nuove tasse a carico di chi le ha finora pagate. Ma le persone oneste non possono più accettare questa deriva dello Stato. Se per responsabilità dobbiamo tirare ancora di più la cinghia, al Palazzo deve però giungere forte il segnale della richiesta di una discontinuità: il Cavaliere deve cedere il posto a qualcun altro (anche indicato da lui). Destra e sinistra devono trovare un accordo sulle cose da fare in nome di un interesse nazionale supremo, prima che si giunga al fallimento del Paese. Berlusconi pagherà anche colpe che non sono sue, si deve essere onesti, ma certamente in queste ore drammatiche ha dimostrato di non essere più che l'ombra dell'uomo a cui gli italiani ripetutamente avevano dato fiducia. Ora l'Italia ha bisogno di una grandissima iniezione di credibilità. E per questo servono nuovi leader.
Alberto Lupini
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