L'innalzamento dell'aliquota Iva dal 20 al 21%, introdotto dalla manovra entrata in vigore il 17 settembre scorso, porterà con sé anche una crescita dell'inflazione, nell'anno in corso, stimata in una forbice compresa tra lo 0,1% e lo 0,2%. L'effetto sarà più marcato nel 2012, fino a mezzo punto percentuale, ma l'atteso rallentamento dei prezzi dovrebbe limitarne l'impatto sulla propensione al consumo da parte delle famiglie. I pubblici esercizi, ristoranti compresi, subiranno gli effetti della nuova aliquota sulla base di quanto accadrà sul versante dei costi dei beni e servizi che scontavano in precedenza l'aliquota del 20%.
Si va dai prodotti alimentari (vino e altri alcolici, bibite, caffè, ecc.) ai servizi contabili (paghe, redditi, ecc.) passando per elettrodomestici, arredamento, combustibili e comunicazioni. L'elenco è puramente indicativo. Un impatto di riflesso dunque, perché l'aliquota sulle cessioni/prestazioni del settore rimane, almeno per ora, al 10%. Le dichiarazioni Iva relative all'anno d'imposta 2007, benché datate, consentono di effettuare una simulazione utile a 'misurare” l'impatto del rialzo dell'iva dal 20% al 21%.
Cessioni e prestazioni nei pubblici esercizi
Le cessioni che scontano l'aliquota del 10% costituiscono oltre l'80% dell'imposta complessiva, mentre all'aliquota del 20% corrisponde un decimo dell'Iva dovuta. Il 4% è assolutamente residuale e riguarda principalmente il servizio di ristorazione collettiva. Il quadro dettagliato delle diverse aliquote che gravano sulle imprese di pubblico esercizio dal lato delle cessioni è riportato nella tabella che segue, che si riferisce all'anno di imposta 2007:
Imprese di ristorazione - Cessioni/prestazioni (dichiarazioni Iva 2007)
Aliquota (%) | Imposta (in euro) | Quota % |
4 | 190.243.189 | 4,7 |
10 | 3.332.846.901 | 83,0 |
20 | 494.752.497 | 12,3 |
Totale | 4.017.842.587,00 | 100,0 |
Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Agenzia delle EntrateIva su acquisti e cessioni nelle imprese di ristorazionePiù articolata l'Iva sugli acquisti anche se nei fatti le aliquote che 'contano” sono due: 10% e 20%.
Imprese di ristorazione - Acquisti (dichiarazioni Iva 2007)Aliquota (%) | Imposta (in euro) | Quota % |
2,0 | 4.681 | 0,0 |
4,0 | 146.953.421 | 3,5 |
7,0 | 7.164 | 0,0 |
7,3 | 8.432 | 0,0 |
7,5 | 8.955 | 0,0 |
8,3 | 168 | 0,0 |
8,5 | 2.631 | 0,0 |
8,8 | 6.188 | 0,0 |
10,0 | 882.580.767 | 21,2 |
12,3 | 156.914 | 0,0 |
20,0 | 3.130.272.375 | 75,2 |
Totale | 4.160.000.255 | 100,0 |
Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Agenzia delle Entrate
In particolare l'aliquota del 20% rappresenta i tre quarti dell'Iva assolta. Il risultato è che il settore risulta a credito per poco più di 142 milioni di euro. Con il rialzo dell'aliquota ordinaria di un punto percentuale il quadro contabile cambia. Dal lato delle cessioni l'imposta dovuta subisce un incremento del 5% pari in valore assoluto a circa 21 milioni di euro.
Imprese di ristorazione - Simulazione Iva 21% sulle cessioni/prestazioniAliquota (%) | Imposta (in euro) | Quota % |
4 | 190.243.189 | 4,7 |
10 | 3.332.846.901 | 82,5 |
21 | 515.196.334 | 12,8 |
totale | 4.038.286.424,50 | 100,0 |
Fonte: elaborazione C.S. FipeDal lato degli acquisti le evidenze sono più accentuate. L'Iva assolta registra un incremento assoluto di 129 milioni di euro.
Imprese di ristorazione - Simulazione Iva 21% sugli acquistiAliquota (%) | Imposta (in euro) | Quota % |
2,0 | 4.681 | 0,0 |
4,0 | 146.953.421 | 3,4 |
7,0 | 7.164 | 0,0 |
7,3 | 8.432 | 0,0 |
7,5 | 8.955 | 0,0 |
8,3 | 168 | 0,0 |
8,5 | 2.631 | 0,0 |
8,8 | 6.188 | 0,0 |
10,0 | 882.580.767 | 20,6 |
12,3 | 156.914 | 0,0 |
21,0 | 3.259.622.422 | 76,0 |
Totale | 4.289.350.302 | 100,0 |
Fonte: elaborazione C.S. FipeIl credito Iva del settore sale a 251 milioni di euro determinando, rispetto alla situazione ex-ante, un maggior credito di 109 milioni di euro (Iva dovuta +20 milioni di euro, Iva assolta +129 milioni di euro). Sotto questo profilo, come era ovvio attendersi, l'effetto del rialzo dell'Iva è sostanzialmente neutrale. Diciamo 'sostanzialmente” perché molto dipende dal differimento dei tempi tra anticipazione di cassa sugli acquisti (maggiorazione dell'imposta) e compensazioni da parte dell'erario.
Perdita di 20 milioni di euro se non si ritoccano i listiniSe si valuta l'impatto della nuova aliquota a corrispettivi invariati, ovvero qualora le imprese decidessero di assorbire l'aumento senza ritoccare i listini. In questo caso la situazione è descritta dalla tabella che segue:
Imprese di ristorazione - Prospetto a listini invariatiAliquota | 21% | 20% |
Volume d'affari | 2.968.512.674 | 2.968.512.674 |
Imponibile | 2.453.316.340 | 2.473.760.177 |
Imposta (per coerenza con le cifre riportate nelle altre tabelle il risultato dell'operazione di scorporo, nel caso dell'aliquota al 20%, presenta lievi differenze di calcolo) | 515.196.334 | 494.752.497 |
Fonte: elaborazione C.S. FipeLa perdita di imponibile è di circa 20 milioni di euro ai prezzi del 2007. La rivalutazione dei valori, tenendo conto sia della dinamica dei prezzi che delle quantità riferite al settore della ristorazione, fornisce questi risultati:
Imponibile | -22,5 milioni di euro |
Maggior credito Iva | +119,7 milioni di euro |
La traslazione dell'aumento di aliquota sui listini, con l'obiettivo di mantenere invariato l'imponibile e, dunque, annullare le perdite, si tradurrebbe in un incremento dei prezzi dello 0,05%.