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Iva al 21% nei ristoranti tra inflazione e rincari dei prezzi

Si cominciano ad avvertire gli effetti dell’innalzamento dell’Iva dal 20 al 21% per effetto della manovra: per quest'anno si stima una crescita dell’inflazione tra 0,1 e 0,2%. Nei ristoranti, se si decide di non adeguare i listini prezzi, si rischia una perdita di 20 milioni di euro nel settore

 
13 ottobre 2011 | 10:55

Iva al 21% nei ristoranti tra inflazione e rincari dei prezzi

Si cominciano ad avvertire gli effetti dell’innalzamento dell’Iva dal 20 al 21% per effetto della manovra: per quest'anno si stima una crescita dell’inflazione tra 0,1 e 0,2%. Nei ristoranti, se si decide di non adeguare i listini prezzi, si rischia una perdita di 20 milioni di euro nel settore

13 ottobre 2011 | 10:55
 

L'innalzamento dell'aliquota Iva dal 20 al 21%, introdotto dalla manovra entrata in vigore il 17 settembre scorso, porterà con sé anche una crescita dell'inflazione, nell'anno in corso, stimata in una forbice compresa tra lo 0,1% e lo 0,2%. L'effetto sarà più marcato nel 2012, fino a mezzo punto percentuale, ma l'atteso rallentamento dei prezzi dovrebbe limitarne l'impatto sulla propensione al consumo da parte delle famiglie. I pubblici esercizi, ristoranti compresi, subiranno gli effetti della nuova aliquota sulla base di quanto accadrà sul versante dei costi dei beni e servizi che scontavano in precedenza l'aliquota del 20%.

Si va dai prodotti alimentari (vino e altri alcolici, bibite, caffè, ecc.) ai servizi contabili (paghe, redditi, ecc.) passando per elettrodomestici, arredamento, combustibili e comunicazioni. L'elenco è puramente indicativo. Un impatto di riflesso dunque, perché l'aliquota sulle cessioni/prestazioni del settore rimane, almeno per ora, al 10%. Le dichiarazioni Iva relative all'anno d'imposta 2007, benché datate, consentono di effettuare una simulazione utile a 'misurare” l'impatto del rialzo dell'iva dal 20% al 21%.

Cessioni e prestazioni nei pubblici esercizi
Le cessioni che scontano l'aliquota del 10% costituiscono oltre l'80% dell'imposta complessiva, mentre all'aliquota del 20% corrisponde un decimo dell'Iva dovuta. Il 4% è assolutamente residuale e riguarda principalmente il servizio di ristorazione collettiva. Il quadro dettagliato delle diverse aliquote che gravano sulle imprese di pubblico esercizio dal lato delle cessioni è riportato nella tabella che segue, che si riferisce all'anno di imposta 2007:

Imprese di ristorazione - Cessioni/prestazioni (dichiarazioni Iva 2007)

Aliquota (%)

Imposta (in euro)

Quota %

4

190.243.189

4,7

10

3.332.846.901

83,0

20

494.752.497

12,3

Totale

4.017.842.587,00

100,0

Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Agenzia delle Entrate

Iva su acquisti e cessioni nelle imprese di ristorazione
Più articolata l'Iva sugli acquisti anche se nei fatti le aliquote che 'contano” sono due: 10% e 20%.

Imprese di ristorazione - Acquisti (dichiarazioni Iva 2007)

Aliquota (%)

Imposta (in euro)

Quota %

2,0

4.681

0,0

4,0

146.953.421

3,5

7,0

7.164

0,0

7,3

8.432

0,0

7,5

8.955

0,0

8,3

168

0,0

8,5

2.631

0,0

8,8

6.188

0,0

10,0

882.580.767

21,2

12,3

156.914

0,0

20,0

3.130.272.375

75,2

Totale

4.160.000.255

100,0

Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Agenzia delle Entrate



In particolare l'aliquota del 20% rappresenta i tre quarti dell'Iva assolta. Il risultato è che il settore risulta a credito per poco più di 142 milioni di euro. Con il rialzo dell'aliquota ordinaria di un punto percentuale il quadro contabile cambia. Dal lato delle cessioni l'imposta dovuta subisce un incremento del 5% pari in valore assoluto a circa 21 milioni di euro.

Imprese di ristorazione - Simulazione Iva 21% sulle cessioni/prestazioni

Aliquota (%)

Imposta (in euro)

Quota %

4

190.243.189

4,7

10

3.332.846.901

82,5

21

515.196.334

12,8

totale

4.038.286.424,50

100,0

Fonte: elaborazione C.S. Fipe

Dal lato degli acquisti le evidenze sono più accentuate. L'Iva assolta registra un incremento assoluto di 129 milioni di euro.

Imprese di ristorazione - Simulazione Iva 21% sugli acquisti

Aliquota (%)

Imposta (in euro)

Quota %

2,0

4.681

0,0

4,0

146.953.421

3,4

7,0

7.164

0,0

7,3

8.432

0,0

7,5

8.955

0,0

8,3

168

0,0

8,5

2.631

0,0

8,8

6.188

0,0

10,0

882.580.767

20,6

12,3

156.914

0,0

21,0

3.259.622.422

76,0

Totale

4.289.350.302

100,0

Fonte: elaborazione C.S. Fipe

Il credito Iva del settore sale a 251 milioni di euro determinando, rispetto alla situazione ex-ante, un maggior credito di 109 milioni di euro (Iva dovuta +20 milioni di euro, Iva assolta +129 milioni di euro). Sotto questo profilo, come era ovvio attendersi, l'effetto del rialzo dell'Iva è sostanzialmente neutrale. Diciamo 'sostanzialmente” perché molto dipende dal differimento dei tempi tra anticipazione di cassa sugli acquisti (maggiorazione dell'imposta) e compensazioni da parte dell'erario.



Perdita di 20 milioni di euro se non si ritoccano i listini
Se si valuta l'impatto della nuova aliquota a corrispettivi invariati, ovvero qualora le imprese decidessero di assorbire l'aumento senza ritoccare i listini. In questo caso la situazione è descritta dalla tabella che segue:

Imprese di ristorazione - Prospetto a listini invariati

Aliquota

21%

20%

Volume d'affari

2.968.512.674

2.968.512.674

Imponibile

2.453.316.340

2.473.760.177

Imposta (per coerenza
con le cifre riportate nelle
altre tabelle il risultato
dell'operazione di scorporo,
nel caso dell'aliquota al
20%, presenta lievi
differenze di calcolo)

515.196.334

494.752.497

Fonte: elaborazione C.S. Fipe

La perdita di imponibile è di circa 20 milioni di euro ai prezzi del 2007. La rivalutazione dei valori, tenendo conto sia della dinamica dei prezzi che delle quantità riferite al settore della ristorazione, fornisce questi risultati:

Imponibile

-22,5 milioni di euro

Maggior credito Iva

+119,7 milioni di euro


La traslazione dell'aumento di aliquota sui listini, con l'obiettivo di mantenere invariato l'imponibile e, dunque, annullare le perdite, si tradurrebbe in un incremento dei prezzi dello 0,05%.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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09/09/2013 14:54:04
1) A chi toccano i sacrifici ?
...e cioè a una pizza con il prezzo al consumo di € 7,50 dovrebbe essere aggiunto € 0,37, sempre che non si pensi di distribuire anche sull'imprenditore un minimo di sacrificio che viene invece richiesto solo al cliente.....se la pizza, causa aumento iva, passa invece a € 8,00... cordiali saluti
gabriella devoto



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