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I “ponti” eliminati dalla Manovra Toscana: 500 milioni di euro di danno

Per aumentare la produttività industriale si provocherebbe un danno economico di 500 milioni di euro. Per la Toscana e per le altre Regioni a forte vocazione turistica sarebbe un danno enorme mandare in fumo quella che per l’attrazione dei flussi turistici interni è una vera e propria risorsa

 
24 agosto 2011 | 11:46

I “ponti” eliminati dalla Manovra Toscana: 500 milioni di euro di danno

Per aumentare la produttività industriale si provocherebbe un danno economico di 500 milioni di euro. Per la Toscana e per le altre Regioni a forte vocazione turistica sarebbe un danno enorme mandare in fumo quella che per l’attrazione dei flussi turistici interni è una vera e propria risorsa

24 agosto 2011 | 11:46
 

Dal 2012, con Decreto del Consiglio dei Ministri, le festività laiche del 1 maggio, 25 aprile e 2 giugno, più le feste religiose dei santi patroni, potrebbero andare a coincidere con le domeniche o cadere di venerdì o lunedì.

«Dalle simulazione dell'Ufficio studi Fipe – spiega il presidente regionale della Federazione Pubblici Esercizi Aldo Cursano – risulta chiaramente che nel 2012 si andrebbero a perdere come minimo 6 notti di pernottamenti, oltre alle perdite da parte di bar e ristoranti, particolarmente favoriti dal turismo enogastronomico scelto per i ponti di primavera. è  inconcepibile, per la Toscana e per le altre Regioni a forte vocazione turistica –mandare in fumo quella che per l'attrazione dei flussi turistici interni è una vera e propria risorsa».

«Con la ristrutturazione delle ferie brevi – precisa presidente regionale Confcommercio Stefano Bottai – in Toscana stimiamo una perdita di 500.000.000 di fatturato complessivo per il 2012. Ci chiediamo se la produttività industriale giustifichi le perdite che l'accorpamento dei ponti provocherebbe, per altro in un settore ancora vitale e sano come il turismo».

«I problemi attuali sono reali e gravissimi, e gli obiettivi fissati dalla manovra si rendono necessari nell'ottica dell'interesse generale del Paese. Serve però un confronto con il mondo delle imprese e del lavoro, che finora è mancato. Pensiamo anche alla liberalizzazione degli orari dei negozi, che va a invadere le competenze delle Regioni in materia di disciplina del commercio. Pensiamo inoltre all'ipotesi ancora aperta del rialzo delle aliquote Iva. Un'evenienza - conclude Bottai - che oltre a colpire un settore attualmente molto debole, quello del piccolo commercio, danneggerebbe i consumatori dai redditi più bassi e non stimolerebbe in nessun modo la ripresa».


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