«Il biologico italiano, anno dopo anno, sta consolidando la propria posizione nel sistema agroalimentare del nostro Paese: la domanda di prodotti biologici cresce a ritmi vertiginosi, anche dal lato dell'offerta, parimenti la produzione del biologico di casa nostra offre una risposta che possiamo definire egregia».
è questo il commento del ministro Saverio Romano alla presentazione dei primi dati del Sinab che fotografano un biologico che, sulla base dei dati forniti dagli organismi di certificazione ed elaborati dal Sistema di informazione nazionale sull'agricoltura biologica del Mipaaf può contare su una superficie biologica di 1.113.742 ettari e su 47.663 operatori. Si tratta di numeri che posizionano l'Italia ai vertici dei Paesi produttori di biologico in tutta Europa.
«Il mercato del biologico nel 1° quadrimestre di quest'anno è cresciuto, sulla base delle rilevazioni Ismea, dell'11,5% rispetto allo stesso periodo del 2009 (+9,2% per l'ortofrutta fresca e sfusa), percentuali che non si riscontrano in altre filiere dell'agroalimentare, confermando la fiducia con cui il consumatore guarda a questo settore, che garantisce una offerta di prodotti di qualità nel rispetto dell'ambiente. Ed il mondo produttivo – continua il ministro – risponde in maniera adeguata: crescono infatti del 22%, rispetto all'anno precedente, i produttori agricoli che effettuano anche attività di trasformazione, migliorando notevolmente la strutturazione della filiera del biologico nazionale e garantendo maggior valore aggiunto ai produttori agricoli».
Anche il confronto dei dati del Sinab con quanto rilevato dal censimento generale dell'agricoltura dell'Istat, proprio in questi giorni comunicato ufficialmente, fornisce un generale clima di fiducia per un settore in continua evoluzione: nel 2000, data dell'ultimo censimento, l'agricoltura biologica rappresentava il 7,9% della Sau (Superfice agricola utilizzata) totale, arrivando invece nel 2010 a rappresentare l' 8,6%; numeri analoghi anche per le aziende biologiche che dal 2,1% sul totale delle aziende del 2000, passano al 2,6% del 2010. Numeri che, in un generale contesto di crisi, offrono uno spaccato molto positivo.
«Riponiamo molta fiducia nell'agricoltura biologica italiana che ben ci rappresenta all'estero e che può essere un modello di qualità verso cui l'agroalimentrare nazionale può tendere. Il Ministero – ha concluso il ministro Romano – sta facendo notevoli sforzi per sostenere il nostro biologico e per farne conoscere tutti i suoi valori. Siamo anche fortemente impegnati per fornire strumenti utili al mondo produttivo per migliorare la competitività delle imprese sia sul mercato nazionale che su quello internazionale e per offrire al consumatore ciò che più chiede: genuinità e qualità».