Alleanza Italia-Messico per studiare l'obesità infantile: in occasione dell'undicesimo Congreso interamericano del Colegio de Pediatria a Monterrey, i Governi dei due stati hanno infatti firmato un accordo che prevede l'organizzazione di uno studio della durata di due anni che si concentrerà sull'analisi dei fattori socio-culturali alla base del sovrappeso e dell'obesità nei bambini.
Hersch Goldbard, componente del Consejo Nacional de Ciencia y tecnologia de Mexico e responsabile del progetto, ha spiegato che l'obiettivo è capire quali sono i fattori culturali e le circostanze ambientali e comportamentali in casa e a scuola a rischio di obesità nei piccoli.
Niente analisi o esami medici nella parte iniziale dello studio, dunque, ma questionari che saranno somministrati a 60 studenti del collegio Montessori di San Luis Potosi (Messico) e a 60 alunni di una scuola simile a Torino.
Sono previsti anche colloqui con i genitori, ha spiegato Dario Gregori dell'Università di Padova, responsabile della ricerca in Italia, per raccogliere più informazioni possibili su come le madri e i padri possono influenzare la forma fisica dei figli.
Durante il congresso è stata anche presentata una ricerca, portata avanti sempre da Gregori, che mostra come i consumatori europei siano poco interessati ai sistemi di etichettatura che riportano il contenuto nutrizionale dei prodotti alimentari.
L'esperto ha presentato in anteprima i risultati di un sondaggio paneuropeo con interviste a più di 7.500 persone in 16 Paesi: i dati preliminari indicano che i consumatori europei mostrano una scarsa preferenza (10%) per i sistemi di etichettatura rispetto ad altri strumenti disponibili per informarsi sul contenuto nutrizionale dei cibi.
Il 50% degli intervistati si è dichiarato soddisfatto delle informazioni nutrizionali che attualmente si trovano sulla confezione degli alimenti. Lo studio ha anche stimato la valutazione economica che i consumatori sarebbero disposti ad attribuire a nuovi sistemi di etichettatura, evidenziando una risultato molto basso: meno di cinque euro l'anno in aggiunta alle spese annuali per il cibo. In ogni caso, per i sistemi di etichettatura frontale, i consumatori preferirebbero che essi riportassero informazioni 'per porzione”.