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Identificato il “gene della magrezza” Più rischio di malattie metaboliche

Analizzando il Dna di 75mila individui, i ricercatori hanno scoperto che i possessori del gene hanno meno grasso sottocutaneo, ma livelli elevati di colesterolo e di glucosio. Secondo gli autori questo effetto collaterale è dovuto a una ridistribuzione del grasso che si accumula a livello viscerale

 
29 giugno 2011 | 15:45

Identificato il “gene della magrezza” Più rischio di malattie metaboliche

Analizzando il Dna di 75mila individui, i ricercatori hanno scoperto che i possessori del gene hanno meno grasso sottocutaneo, ma livelli elevati di colesterolo e di glucosio. Secondo gli autori questo effetto collaterale è dovuto a una ridistribuzione del grasso che si accumula a livello viscerale

29 giugno 2011 | 15:45
 

Un nuovo gene (IRS1), associato a un minor accumulo di grassi nel corpo, aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2. Ne ha dato notizia Nature Genetics, pubblicando la ricerca condotta da Douglas Kiel e David Karasik dell'Institute for Aging Research of Hebrew SeniorLife, affiliato dell'Harvard Medical School (Stati Uniti).

Analizzando il Dna di 75mila individui, i ricercatori hanno scoperto che i possessori del gene IRS1 hanno meno grasso sottocutaneo, ma livelli elevati di colesterolo e di glucosio nel sangue. Secondo gli autori questo effetto collaterale è dovuto a una ridistribuzione del grasso che non si accumula a livello negli strati sottostanti la cute, ma a livello viscerale, dove può interferire con le funzioni degli organi circostanti.

«Alcuni accumuli di grasso, come quelli localizzati sotto alla pelle, potrebbero essere meno dannosi rispetto a quelli nella cavità addominale, che possono aumentare i rischi di sviluppare malattie metaboliche», spiega Kiel.

I dati raccolti hanno dimostrato che questo fenomeno è molto più pronunciato negli uomini che nelle donne, probabilmente perché gli uomini tendono ad accumulare meno grasso e, quindi, sono più sensibili a cambiamenti nella sua distribuzione.


Fonte: Asca

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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