Si sa che la tv è spesso nemica delle buone abitudini alimentari, distogliendo la nostra attenzione dal cibo durante i pasti infatti, si è più propensi a mangiare in quantità superiore.
Per ovviare a questo annoso problema alcuni studiosi dell'università inglese di Birmingham, hanno dopo accurati studi trovato la soluzione. Con l'aiuto della memoria si può infatti sconfiggere la deconcentrazione evitando così di assumere più cibo di quello previsto per la nostra corretta alimentazione.
Lo studio, di recente pubblicato su Appetite, ha coinvolto circa trenta ragazze normopeso iscritte all'università di Birmingham. Le studentesse sono state divise in tre gruppi, invitate a consumare prima un pasto, e successivamente un piccolo spuntino, in tre situazioni differenti. Le ragazze del primo gruppo hanno consumato il pasto in completa concentrazione ascoltando un file audio che dava importanti dritte sulla corretta alimentazione facendo leva sulle caratteristiche sensoriali (gusto e aspetto) degli alimenti che stavano in quel momento consumando, il secondo gruppo ha invece pasteggiato leggendo un articolo su un argomento legato al cibo, mentre l'ultimo gruppo ha mangiato senza indicazioni particolari.
I risultati sono stati sorprendenti poiché, se è vero che il pasto iniziale non ha registrato differenze sostanziali data la medesima quantità di cibo somministrato ai tre gruppi di ragazze, il successivo spuntino a base di biscotti ha invece spezzato gli equilibri dato che il primo gruppo (quello costretto ad una concentrazione superiore) ha ingerito una minor quantità di cibo rispetto agli altri due gruppi assai più distratti dalle situazioni esterne.
I precedenti studi
Altri studi erano comparsi negli scorsi mesi su Appetite a completamento di questa ricerca dell'università di Birmingham. Gruppi di persone diverse nel medesimo ristorante avevano infatti mangiato un quantitativo di cibo superiore se costretti a mangiare al buio, dimostrando così che la mancanza di riferimenti sensoriali incide e non poco sul senso di sazietà provata.
Come possiamo allora focalizzare l'attenzione sulle caratteristiche dei cibi? «Negli ultimi anni - risponde Luisa Torri, docente di analisi sensoriale all'Università degli Studi di Scienze gastronomiche di Bra (Cn) - diversi lavori scientifici hanno dimostrato che la memoria gioca un ruolo importante nel regolare l'appetito e la sazietà. Poiché la letteratura suggerisce che il ricordo di un primo pasto possa controllare l'assunzione di cibo nel resto della giornata, per favorire la memorizzazione degli alimenti, un semplice consiglio può essere quello di valutare sempre con attenzione tutte le caratteristiche sensoriali di ciò che mangiamo. Si parte osservando l'aspetto, si passa poi a considerare l'aroma, si continua con la ricerca dei gusti fondamentali e si conclude con l'analisi della struttura del cibo in bocca. Infatti, provando ad individuare le caratteristiche globali di aspetto e sapore di un piatto e a cogliere le specificità sensoriali dei suoi ingredienti (pensiamo per esempio alla freschezza data da alcune erbe aromatiche come la menta o al piccante del peperoncino e del curry) si può favorire un processo cognitivo che da una parte rafforza il ricordo e dall'altra aumenta il livello di gradimento e soddisfazione».