ROMA - Serata gourmet a due stelle a Roma, nel giardino dell'Aldrovandi Villa Borghese, con Oliver Glowig (nella foto), il creativo chef tedesco reduce dall''Olivo” del Capri Palace Hotel & Spa di Anacapri (Na) e da una fulminea esperienza a Montalcino (Si), appena approdato nelle cucine dell'albergo dei Parioli che fu il regno della famiglia Iaccarino.
L'evento rientra nell'articolato piano promozionale di Vicenza Qualità, l'Azienda Speciale della Camera di commercio vicentina, impegnata nella valorizzazione delle tipicità del territorio oltre i confini regionali e nazionali. Raffinato interprete dei sapori e dei profumi campani, Glowig ha saputo dare risalto e con abbinamenti inediti e sorprendenti ai prodotti Dop della pianura padana e delle colline dei Berici: dall'Asiago al Prosciutto Veneto Berico Euganeo fino alla Sopressa vicentina, dall'Asparago Bianco di Bassano al Mais di Marano. Anche la Ciliegia di Marostica Igp è stata ingrediente centrale di alcuni piatti elaborati da Glowig e dai due giovani chef del territorio vicentino in trasferta, Alex Lorenzon e Riccardo Antoniolo.
è stato uno show cooking a due, quattro e sei mani orchestrato dal gastronomo e giornalista Luigi Cremona, alternando gli interventi dei presidenti dei vari consorzi alla preparazione in diretta dei piatti serviti. Di rilievo l'abbinamento con i vini Doc: Lessini Durello anche in versione bollicine, Riesling, Vespaiolo, Gambellara Classico, Cabernet,Thai Rosso e con il dessert il Recioto di Gambellara Spumante Docg.
A seguire, poi, grappe e i distillati. Oliver Glowig, amico ed estimatore dell'altro grande tedesco di Roma, Heinz Beck, ha preparato per il pubblico romano Carpaccio di bufalo con ricotta e ciliege di Marostica all'aceto di Xeres, Risotto di Grumolo delle Abbadesse alle spugnole e asparagi bianchi di Bassano al profumo di Sherry, e un ardito Baccalà in Prosciutto Veneto con cicerchie e purea d'aglio al balsamico extravecchio.
Una sfida impegnativa, perfettamente affrontata a giudicare dagli applausi, quella di valorizzare e reinterpretare con sapienza e rispetto i prodotti dell'agroalimentare della terra vicentina, di nebbie e di colline, tanto diversa dal calore della Campania e dell'isola azzurra a cui lo chef ha dedicato il libro 'Arte e gusto a Capri”.

Altrettanto creativi ma con una più solida aderenza al territorio sono stati i due bassanesi che si sono esibiti in una serie di apprezzatissimi finger food: Muffin con Prosciutto crudo veneto e Asiago stravecchio, Bicchierino con cremoso di fagioli e Sopressa vicentina, Tartelletta con frolla di Mais Marano e cremoso di Asiago e Ciliegia di Marostica candita. Piatto applauditissimo, di grande effetto, è stato quello di Alex Lorenzon, del ristorante Villa Ca' Sette: Costolette di agnello glassate con salsa di asparagi e ciliegie, ma il giovane e schivo chef è sembrato più ansioso di tornare ai fornelli che di ricevere gli applausi. Il suo collega Riccardo Antoniolo, nei suoi sontuosi Ravioli di asparagi bianchi con cuore liquido di Asiago dolce e polvere croccante di Asiago stravecchio, ha dato prova di grande abilità dosando consistenze e gusto di un solo impegnativo ingrediente: il formaggio, così come ha stupito con un mega dessert, non a caso battezzato 'Giocando alla meringata”.
Era composto da un barattolino di crema di ciliege, biscotto croccante e spugna di cioccolato, meringhe di esplosiva leggerezza e corredato un piccolo sac à poche personalizzato per ammantare di panna, nella quantità desiderata, le varie delizie del piatto. Una specialità -sembra- sempre gettonatissima nel menu del suo ristorante bassanese Simply Food. La promozione delle produzioni di qualità e della realtà produttiva vicentina sono la mission di Vicenza Qualità fin dalla sua istituzione 1989. Numerose le iniziative: pubblicazioni, fiere, incontri, workshop e rassegne enogastronomiche per consolidare l'immagine del Made in Vicenza oltre i confini locali con prodotti apprezzati ed esportati in tutto il mondo, come l'Asiago nelle due tipologie fresco e stagionato. Sono sapori che non si distinguono semplicemente dal periodo di stagionatura, ma da diverse lavorazioni. Il fresco, delicato e dolce come il latte appena munto, è prodotto con latte intero, mentre lo stagionato, che ha un gusto più deciso e variamente saporito a seconda dell'invecchiamento - dai 3 ai 12 mesi- si ottiene con latte scremato.
Molto apprezzati, nelle trasferte, i salumi. La Sopressa, immortalata in un dipinto del 1577 da Jacopo da Ponte, è insaccata con una concia di spezie, con o senza aglio, massaggiata, legata e stagionata secondo la pezzatura. Regala al gusto un sapore delicato e persistente, leggermente dolce e pepato. Un severo disciplinare stabilisce razza età e peso del suino,così come avviene per il Prosciutto Veneto Berico Euganeo. «La produzione del nostro prosciutto non supera i 100.000 pezzo l'anno - ci dice il presidente del Consorzio Gian Antonio Visentin - e nonostante il disciplinare fissi il periodo di minima stagionatura in 14 mesi, non lo mettiamo in commercio prima dei 16. è prodotto particolare, che si scioglie in bocca grazie alla marezzatura delle carni del suino, che non può pesare meno di 160 kg. è un prodotto di nicchia, è vero, ma apprezzato e venduto in varie regioni italiane e nel mondo, specialmente dove ci sono comunità venete».