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Cetrioli-killer, 10 morti in Germania Nessun allarme per l’Italia

Sono al momento almeno mille le persone ricoverate per il pericoloso batterio riscontrato negli ortaggi. Il microrganismo è stato riscontrato dall'Istituto di igiene di Amburgo in ortaggi di provenienza spagnola e in uno arrivato dall'Olanda. Nessun caso di infezione è stato segnalato in Italia

 
30 maggio 2011 | 10:32

Cetrioli-killer, 10 morti in Germania Nessun allarme per l’Italia

Sono al momento almeno mille le persone ricoverate per il pericoloso batterio riscontrato negli ortaggi. Il microrganismo è stato riscontrato dall'Istituto di igiene di Amburgo in ortaggi di provenienza spagnola e in uno arrivato dall'Olanda. Nessun caso di infezione è stato segnalato in Italia

30 maggio 2011 | 10:32
 

Dieci persone sono morte in Germania per il contagio del batterio-killer "Escherichia coli", trasmesso da alcuni cetrioli. Il microrganismo è stato riscontrato dall'Istituto di igiene di Amburgo in ortaggi di provenienza spagnola e in uno arrivato dall'Olanda. Le autorità iberiche hanno chiuso due aziende produttrici nei pressi di Malaga e Almeria. La malattia ha già colpito oltre mille persone, molte delle quali sono in gravi condizioni.

Le autorità olandesi però contestano che uno dei cetrioli incriminati sia arrivato in Germania dal loro Paese. Intanto i produttori tedeschi stanno distruggendo, con enormi perdite economiche, centinaia di tonnellate di prodotti ortofrutticoli, ormai invendibili a causa del panico che si sta diffondendo tra la popolazione.

Il ministero della Sanità della Bassa Sassonia ha spiegato ad Hannover che «sulla base dei dati attuali bisogna attendersi un'evoluzione dinamica» della malattia. Nel frattempo si registrano casi di persone colpite dall'Ehec, abbreviazione del nome Escherichia coli, anche nel resto d'Europa: 25 in Svezia, 7 in Danimarca, 3 in Gran Bretagna, 2 in Austria e una in Olanda.

Anche in Francia è allarme per i cetrioli-killer. Nel Paese sono stati registrati e sono sotto esame tre casi sospetti di intossicazione alimentare «legati all'epidemia registrata in Germania», ha riferito il ministero del'Agricoltura.

«Per me questa ondata di contagio causata dall'Ehec è più seria dell'influenza suina», ha affermato Reinhard Brunkhorst, presidente della Società tedesca di nefrologia, secondo il quale è «assolutamente sconvolgente trovarsi di fronte a una donna di 30 anni che non è quasi più in grado di parlare ed è sconvolta da crisi di crampi». Nel frattempo le condizioni di molti malati sono così critiche che non si escludono altri decessi.

Con la riapertura dei mercati non si è riscontrato nessun effetto sui consumi di cetrioli ed altri tipi di verdure in Italia anche grazie alle positive rassicurazioni sul fatto che nessun caso di infezione legato ai cetrioli contaminati arrivati dalla Spagna è stato finora segnalato in Italia e all'avvio di controlli a tappeto sui prodotti importati. è quanto emerge da un primo  monitoraggio della Coldiretti sui mercati italiani dopo le dichiarazioni del ministro della Salute Ferruccio Fazio, sull'epidemia del batterio E.coli provocata in Europa dal consumo di cetrioli contaminati provenienti dalla Spagna.

Forte preoccupazione desta invece nei coltivatori italiani la situazione nei mercati esteri come la Germania dove si è praticamente dimezzato il consumo di verdure fresche con effetti ingiustificati anche sulle spedizioni di prodotti Made in Italy da primato per qualità e sicurezza alimentare. La Germania è il primo mercato di sbocco delle esportazioni italiane di verdure e legumi freschi per un valore di 460 milioni nel 2010. L'Italia è il principale produttore europeo di ortofrutta fresca che esporta in tutto il mondo per un valore di 4,1 miliardi di euro, la principale voce positiva del commercio estero agroalimentare nazionale.

Se all'estero le autorità europee e tedesche devono fare al più presto chiarezza per evitare che si verifichino pesanti effetti sui mercati, in Italia il consiglio della Coldiretti è quello di preferire prodotti Made in Italy che in questa stagione sono peraltro disponibili con grande varietà nel nostro Paese. Meglio ancora è acquistare prodotti a chilometri zero, direttamente dai produttori agricoli o nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, che non devono percorrere lunghe distanze e subire intermediazioni che potrebbero essere responsabili delle contaminazioni che si sono verificate. Grazie alla battaglia della Coldiretti per la trasparenza dell'informazione è comunque possibile riconoscere su tutti i banchi di mercati, negozi e supermercati la provenienza della frutta e verdura in vendita poiché è in vigore l'obbligo di riportare le informazioni relative all'origine, alla categoria, alla varietà, nonché al prezzo  della frutta e verdura messe in vendita sia nel caso di prodotti confezionati che in quelli venduti sfusi, per i quali possono essere utilizzati appositi cartelli o lavagnette. L'Italia ha importato cetrioli e cetriolini dalla Spagna per un quantitativo che ha superato gli 8 milioni di chili nel 2010 con l' ortofrutta fresca rappresenta una delle principali voci per un valore di 591 milioni di euro e in questo momento il nostro Paese è invaso da pesche, albicocche, ciliegie e susine provenienti dalla penisola iberica.

«Consumare frutta e verdura solo dopo un accurato lavaggio  e, laddove possibile, sbucciarle, evitando di tenerle a contatto con quelle non igienizzate». è quanto raccomanda Massimiliano Dona, segretario generale dell'Unione Nazionale Consumatori (UNC), commentando il recente caso dei 'cetrioli killer” che ha già causato il decesso di dieci persone in Germania e oltre cento casi di contagio in tutta Europa.

«I primi risultati degli accertamenti effettuati dalle Autorità sanitarie tedesche -spiega Dona- individuerebbero in alcuni cetrioli importati dalla Spagna la presenza di un ceppo di ‘Escherichia coli', un batterio aggressivo che può avere effetti patogeni anche con gravi conseguenze, proprio come accaduto in Germania».

«è bene sapere - sottolinea Dona - che le modalità di contaminazione dei vegetali possono essere diverse: oltre ai cetrioli debbono dunque essere attuate le comuni norme igieniche anche per altre verdure e frutta che vengono consumate fresche, ricordando inoltre che la cottura ‘protegge' l'alimento, eliminando ogni microrganismo eventualmente presente».

«Bisogna infine tener presente  -prosegue Dona- che nell'ambito dell'Unione Europea  i controlli sulla sicurezza degli alimenti debbono essere fatti nei paesi in cui vengono prodotti in modo da poter garantire anche i paesi destinatari del prodotto. Nei casi in cui viene accertato un pericolo -continua il Segretario generale dell'Unc - le competenti strutture comunitarie bloccano le esportazioni ed ovviamente il consumo a livello locale, attuando controlli supplementari».

«Al momento - conclude Massimiliano Dona - nel nostro Paese non dovrebbero arrivare prodotti pericolosi dalla Spagna, ma è comunque bene che le nostre Autorità vigilino costantemente».


© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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