è proprio vero che i tesori nascosti dell'Italia (o almeno sconosciuti ai più) sono ancora tantissimi. Siamo in una delle regioni più verdi d'Italia e dell'Europa tutta. Siamo in Abruzzo. Da Roma provenienti, l'autostrada per Teramo la si percorre tutta, incluso il lungo tratto in galleria nelle visceri del Gran Sasso. Da Teramo si prende la strada per Ascoli Piceno. Si sale, per una dozzina di chilometri circa, fino ai 600 metri circa s.l.m. di Civitella del Tronto, la città fortezza.
Sì a Civitella del Tronto c'è la più grande fortezza d'Europa. In clima di rinnovati studi sulle modalità di conseguimento dell'Unità d'Italia, si riaccende l'interesse per episodio a torto considerato minore. Vittorio Emanuele veniva incoronato Re d'Italia nella sua Torino ma ancora un lembo di suolo borbonico non era capitolato ai Savoia. Una piccola guarnigione di soldati borbonici, asserragliati nella fortezza di Civitella del Tronto resisteva agli assedianti e la capitolazione avvenne tre giorni dopo la proclamazione del Re d'Italia. Tutto ciò centocinquanta anni fa a Civitella del Tronto, la città fortezza.
Il borgo di Civitella del Tronto è considerato tra i borghi più belli d'Italia, e ve ne è ben donde per condividere pienamente tale affermazione. Civitella del Tronto non è di transito, non è sulle grandi arterie e qui si viene per rigenerarsi completamente.
Giù ad est, vicino ma sufficientemente lontano per non vedersi riversare folle di bagnanti nei mesi estivi, il mare Adriatico, su ad ovest l'austero e maestoso Gran Sasso e la prospiciente maestosa cornice dei Monti della Laga. Siamo nel Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga.
Nella piazza principale del borgo, entrando da Porta Napoli, il D&B Zunica 1880. La famiglia Zunica conduce ininterrottamente dal 1880 questa attività.
Al timone Daniele Zunica: ristoratore valentissimo dotato di encomiabile modestia. Meticolosa la sua cura negli approvvigionamenti e la garbata upervisione che sempre esercita in sala, a coronamento di un servizio naturalmente elegante e tale da porre subito a proprio agio i tanti clienti gourmet che visitano il ristorante.
Diciassette le camere, molte delle quali affacciano sulla piazza e consentono vista di mare e di monti. Nelle terse giornate, successive ad impeti ventosi, lo sguardo arriva fino alla Maiella.
è pranzo pasquale. In cucina i cuochi Luca Di Felice e Sabatino Lattanzi.
Ci viene proposto un trittico di antepasti che da solo sostanzierebbe un pranzo normale: prosciutto di Gorzano e caciotta in pastella, le mazzarelle, la nostra panzanella.
Le mazzarelle sono involtini di interiora di agnello adagiati su pane ed irrorati da fresco sugo di pomodoro. è pietanza che ci si aspetta solleciti palati forti, ed invece così non è per come è stata sapientemente alleggerita e resa addirittura delicata e di spiccata gradevolezza.
Si prosegue con il timballo teramano. Non entusiasma al primo impatto ma poi si lascia svelare come accurato parto di grande tecnica della cucina per come rasenta disarmonia a fronte dell'imperio preciso di mantenere una separatezza di sapori che è essa, ce ne avvediamo poco a poco, a rendere pregevole e memorabile questo timballo.
In pieno ossequio alla forte tradizione pasquale, il secondo è a base di agnello: agnello dei pastori imbandito con i suoi contorni. è piatto pressoché perfetto per come l'agnello è stato ingentilito ma giammai snaturato con sapienti tempi di cottura e con un accompagnamento di erbe tra le quali, preziosa per conferimento di persistenza e delicatezza al bouquet, il timo.
Pizza dolce a concludere il pasto: i veri sapori di casa di un volta, tutti in rigoglioso effluvio, al palato.
Ci hanno accompagnato, corrette successione e cadenza, un ottimo Trebbiano, di civettuola eleganza per quanto insolitamente non austero, un interessante Cerasuolo dal bellissimo colore corallo ed un discreto Montepulciano dell'azienda Villa Medoro.
è stato pranzo pasquale, certo, e di ciò si ha consapevolezza. Tuttavia la linea di cucina e gli indirizzi di Daniele con la sua perseverante volontà di scegliere il meglio sul territorio e di coccolare i suoi clienti, fanno sì che praticamente queste pietanze siano spesso presenti in carta insieme ad altri piatti, degustati in visite precedenti e di cui serbiamo vivo ricordo. Citiamo, fra tutte, le ceppe (sorta di fusilli rustici) in salsa classica (ragù non di solo agnello), maltagliati di pecorino con amatriciana estiva (il pecorino è nell'impasto dei maltagliati) la pera al Montepulciano con gelato alla vaniglia.
Quasi a mo' di piatto unico, e da sola varrebbe il viaggio, la zuppetta di pecorino con tartufo nero della Laga. Zunica 1880: dove si viene e dove poi si torna!
ZUNICA 1880
Piazza Filippi Pepe 14, 64010 Civitella Del Tronto (Te)