ROMA - L'ispettore micologo Virginio Federici del Car (Centro agroalimentare Roma) di Guidonia (Rm) ha scoperto alcuni funghi della specie più velenosa in mezzo a una partita di ovoli. Le casse di funghi erano arrivate dalla Bulgaria. Immediata la conferma delle analisi. Si trattava di amanita falloide: ne bastano 50 grammi per uccidere una persona di ottanta chili in buona salute, 30 per un bambino.
«I sintomi sono a lenta incubazione - spiega il responsabile del laboratorio, Alessandro Iori a Il Messaggero - colpiscono il fegato, organo bersaglio, in maniera subdola perché si manifestano spesso quando non c'è più nulla da fare, se non un trapianto e non in tutti i casi».
Dopo il 'sequestro sanitario”, i fughi velenosi sono stati distrutti insieme a tutta la partita di dodici chili: pericolosi frammenti, in teoria, potrebbero aver raggiunto anche quelli ”buoni”.
L'ultimo caso di questo tipo risale a sette anni fa, era il 2003: «Erano tanti, 22 funghi per la precisione, e scoprimmo subito - ricorda Giovanni Simeoni, coordinatore della struttura - che si era trattato di un sabotaggio, una guerra tra esportatori. Venivano dal Marocco. Niente a che vedere con il caso di ieri che è stato verosimilmente un errore dei raccoglitori».
Ma come funziona la raccolta? «Nei paesi dell'est - continua Simeoni - ci sono grandi centri di smistamento e centinaia di addetti che vengono sparpagliati per i boschi. Qualcuno magari alle prime armi può aver scambiato le due qualità che si somigliano solo per forma. Il colore del cappello appena schiuso è completamento diverso: arancione quello buono, verdastro quello velenoso».
L'anno scorso l'ispettorato micologico della Asl G, che ha sede nel centro direzionale del Car, ha 'vigilato” su 150mila chili di funghi. Provenienza varia: oltre alla Bulgaria, Romania, Ungheria, Macedonia, Portogallo, Spagna, Finlandia, Marocco e Sudafrica. A questo lavoro si aggiunge anche uno sportello aperto ai cercatori con tesserino che vogliano far controllare i loro cestini di ritorno dai boschi. Negli ultimi tre anni sono stati quasi 600mila i chili certificati di funghi freschi destinati alla vendita, controllati altri 3500 portati direttamente da chi l'ha colti per sé, mentre sono stati realizzati 15 corsi di formazione validi per il rilascio del permesso di raccolta della Regione a circa 750 partecipanti. Funziona come punto di riferimento per tutti i centri di controllo del settore nel Lazio.