El Bulli continuerà a vivere come Fondazione, sostenuto anche dalla grande compagnia di telecomunicazioni spagnola Telefonica, e dal 2014 sarà un centro di ricerca mondiale sull'alta gastronomia d'avanguardia aperto a tutti perché sempre online. Una rivoluzione culturale ancora più grande di quella che per vent'anni si è registrata nel piccolo locale sulla Costa Brava grazie al quale il catalano Ferran Adrià è diventato il cuoco più famoso al mondo. Dopo l'annuncio dato in gennaio che avrebbe chiuso per due anni (e che aveva fatto registrare una clamorosa figuraccia a strici ala notizia che lo aveva cercato nel locale chiuso...) dal Salone del Gusto di Torino, a meglio dal Center Lavazza, Ferran Adrià ha esposto i suoi veri progetti.
La presentazione finale del suo progetto avverrà a Madrid Fusion 2011, il 25 gennaio, ma già ora Ferran Adrià ne ha delineato la sintesi, dopo aver ripercorso le tappe di el Bulli dal 1983/'84, quando ne divenne chef, dall'acquisto del locale con il socio Juli Soler nella splendida baia incontaminata di Cala Montjoi, a Nord di Barcellona, fino alla scelta di tenere aperto il ristorante soltanto sei mesi l'anno, in modo di poter svolgere al meglio la ricerca sui nuovi piatti e sulle tecniche cucinarie a elBullitaller di Barcellona (atelier aperto nel 1998).
Da quel momento si è consolidata la "nuova cucina" di Adrià, "molecolare" o "destrutturata". «In tutto abbiamo realizzato 1800 piatti - ha ricordato Ferran Adrià - Riceviamo due milioni di richieste per 8 mila posti disponibili ogni anno e offriamo ai nostri clienti il frutto di una ricerca durata sei mesi. Ma dopo aver vinto tutti i premi possibili, dopo aver raggiunto tutti i traguardi immaginabili, dopo aver fatto nascere la Fondazione Alìcia che ora lavora con l'Università americana di Harward, mi sono detto che serve una pausa di riflessione. Saremo chiusi soltanto per due anni e mezzo per ripartire, per presentare un nuovo concetto, un progetto diverso e non scontato che duri fino al 2020 e oltre. Ora avevo due possibilità: chiudere definitivamente el Bulli e girare il mondo per tenere conferenze e corsi, oppure fargli cambiare pelle e trasformarlo in una Fondazione, aperta al mondo e ai giovani talenti, con lo scopo di far progredire l'alta gastronomia. E' la strada più folle. Naturalmente, abbiamo deciso di scegliere questa».
Forse l'attuale ristorante sarà ampliato per dare possibilità al centro di ricerca gastronomica di decollare con nuovi laboratori e magari un campus gli allievi. Adrià ha già in mente di lanciare borse di studio per poter raccogliere talenti meritevoli.