Le cooperative aderenti a Fedagri-Confcooperative lamentano la grave situazione verificatasi al Sud e oggetto di pesanti denunce esposte nei giorni scorsi da parte delle organizzazioni professionali agricole e delle Organizzazioni dei produttori. Prendendo a pretesto discutibili problemi qualitativi del prodotto, le industrie aderenti ad Anicav (Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali) non rispettano i contratti sottoscritti pagando il pomodoro ai produttori agricoli, ancorché ritirato in quantità insufficienti, a prezzi notevolmente inferiori e addirittura concorrenziali con il pomodoro cinese, così come hanno sempre fatto quando il mondo agricolo è stato in difficoltà.
«Ci spiace - dichiara il presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini (nella foto) - dover rilevare ancora una volta che questi fenomeni di mal costume, non nuovi, vengano usati come fenomeno competitivo e distorsivo del mercato. è di pochi giorni fa la sterile e inutile polemica inscenata da Anicav e la richiesta nei tavoli istituzionali dell'azzeramento del regolamento della Commissione Ue n°1580/07 (Ocm ortofrutticoli) relativo alla Vpc (Valore della produzione commercializzata, ndr) dei prodotti trasformati ortofrutticoli, norme comunitarie che mirano unicamente a rafforzare il ruolo economico e il potere contrattuale delle Organizzazioni dei produttori sul mercato».
«Quella che si sta praticando oggi nelle campagne - prosegue Gardini - è la reale distorsione della concorrenza, frutto di comportamenti indebiti e non accettabili né dal punto di vista etico né tanto meno sotto il profilo economico». Fedagri-Confcooperative richiede dunque alle istituzioni di vigilare sull'applicazione e sul rispetto dei contratti e delle norme.