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Davide, 16 anni, era celiaco e poliallergenico e un gelato mangiato in un locale pugliese, nonostante le premure della madre, gli è stato fatale. Al dramma della morte del ragazzino, avvenuta nei giorni scorsi, si aggiunge la beffa: il ristorante di San Giovanni Rotondo (Foggia) dove la famiglia aveva pranzato ha chiesto il pagamento del conto, quasi 2.000 euro.
LA STORIA: Celiaco muore per un gelato
è stato il padre del ragazzo, il maresciallo dei carabinieri in congedo Luigi Perta, a raccontarlo ai microfoni di èTv. «Ci hanno chiesto il saldo del conto della festa. Quando l'ho saputo mi sono tremate le gambe, è stata un'ulteriore pugnalata al cuore». «Mia moglie era presente alla telefonata, e quando ha capito che volevano i soldi del pranzo gli ha strappato il telefono e ha gridato 'vergognatevi'!». Quello che sembrava uno scherzo, si è invece rivelata una telefonata fatta dal ristorante. «Ho chiamato i carabinieri di San Giovanni Rotondo e ho riferito al comandante di questa cosa bestiale», è lo sfogo del padre.

Davide si trovava in Puglia per trascorrere le vacanze con i genitori; stava partecipando a un ricevimento per festeggiare la cresima di un parente. La mamma, secondo la denuncia ai carabinieri, si era raccomandata al ristoratore di servire al figlio cibi senza glutine e gli aveva consegnato una apposita lista.
L'autopsia sul corpo del ragazzo, fatta nel giorni scorsi, non ha accertato le cause della morte, per le quali bisognerà attendere l'esito degli esami tossicologici e istologici. Il titolare del ristorante è indagato per omicidio colposo.
La replica del ristoratore: «Solo un equivoco»
La replica del ristoratore è affidata al suo avvocato Leonardo Maruzzi, che lo difende anche nella causa penale: «è stato tutto un equivoco - spiega -. La dipendente è tornata dalle ferie e ha visto questa fattura che doveva ancora essere saldata. Era intestata non a Perta, ché altrimenti avrebbe lasciato stare, ma al cognome del cognato, che lei non ha associato alla tragedia capitata al ragazzo. Quindi ha chiamato per farsi saldare il conto, in fondo è il suo lavoro. Un equivoco, il signor Marchesani non avrebbe mai chiamato». L´avvocato non ha dubbi: «Non penso che ora il signor Marchesani chiederà ancora di essere pagato. è rimasto molto scosso dal fatto, è una persona molto sensibile. Ogni anno organizza un evento per i bambini malati dell´ospedale di Padre Pio».
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da Repubblica.Bologna.it