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Torna la mucca pazza a Livorno Ma è solo un'eredità del passato

Una livornese di 42 anni è ricoverata all'ospedale di Livorno in coma, dopo avere contratto la variante della sindrome di Creutzfeldt-Jakob, il cosiddetto morbo della mucca pazza. Si tratta del secondo caso in Italia; il primo colpì una donna siciliana nel 2002. Coldiretti: «La carne è sicura»

 
21 luglio 2010 | 18:35

Torna la mucca pazza a Livorno Ma è solo un'eredità del passato

Una livornese di 42 anni è ricoverata all'ospedale di Livorno in coma, dopo avere contratto la variante della sindrome di Creutzfeldt-Jakob, il cosiddetto morbo della mucca pazza. Si tratta del secondo caso in Italia; il primo colpì una donna siciliana nel 2002. Coldiretti: «La carne è sicura»

21 luglio 2010 | 18:35
 

Una livornese di 42 anni è ricoverata nell'hospice di cure palliative dell'ospedale di Livorno in coma, dopo avere contratto la variante della sindrome di Creutzfeldt-Jakob, il cosiddetto morbo della "mucca pazza". La donna è in condizioni disperate ed è ricoverata nel reparto dell'ospedale livornese proprio per effettuare cure che l'aiutino ad affrontare con dignità la fase terminale della malattia. è il secondo caso della malattia registrato in Italia; il primo colpì una donna siciliana nel 2002.

Il caso era stato segnalato come «probabile variante della malattia di Cjd» nell'ottobre del 2009 dal ministero della Salute. Secondo quanto riporta oggi il quotidiano Il Tirreno nei mesi scorsi la livornese aveva accusato progressivi disturbi neurologici e ha scelto di farsi curare presso l'Istituto neurologico milanese "Besta" che le ha diagnosticato la malattia e l'ha sottoposta alle terapie senza riuscire ad arrestare l'avanzata del male. La paziente è dunque stata trasferita già in coma presso il reparto di cure palliative dell'ospedale di Livorno. Non è ancora chiaro invece in che modo la paziente abbia contratto la malattia.

Se confermato, è un'eredità del lontano passato facilmente prevedibile, per i lunghi tempi di incubazione della malattia, che non ha nulla a che fare con il consumo della carne italiana che è del tutto sicuro grazie ad un rigido sistema di controlli introdotto con successo nel 2001 per far fronte all'emergenza Bse. è quanto afferma la Coldiretti in riferimento al caso probabile di variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob, il cosiddetto morbo della 'mucca pazza”.

La Bse è praticamente scomparsa da anni dagli allevamenti italiani per l'efficacia delle misure adottate per far fronte all'emergenza come - sottolinea la Coldiretti - il monitoraggio di tutti gli animali macellati sopra i 30 mesi, il divieto dell'uso delle farine animali nell'alimentazione del bestiame e l'eliminazione degli organi a rischio Bse dalla catena alimentare. Ma anche e soprattutto l'introduzione a partire dal primo gennaio 2002 di un sistema obbligatorio di etichettatura che consente di conoscere l'origine della carne acquistata con riferimento agli Stati di nascita, di ingrasso, di macellazione e di sezionamento, nonché un codice di identificazione che rappresenta una vera e propria carta d'identità del bestiame e consente di fare acquisti Made in Italy.

A dimostrare che nei bovini la malattia della mucca pazza è ormai quasi completamente debellata sono - conclude la Coldiretti - i numeri forniti dalla Commissione Ue: nell'unione Europea dai 37mila animali ammalati del 1992 si è passati, nel 2009 a soli 67, dei quali appena due casi in Italia su oltre 450mila test effettuati.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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