Beppe Bigazzi (
nella foto) è stato sospeso dalla Prova del cuoco. Al programma meridiano di RaiUno, l'esperto nei giorni scorsi aveva consigliato carne di gatto per una ricetta. Cosa questa che aveva scatenato la protesta degli animalisti. Oggi, la conduttrice della trasmissione Elisa Isoardi ha annunciato la sua sospensione.
Un «episodio inaudito per la televisione pubblica. Invierò una lettera all'Autorità garante e al direttore generale dell'Azienda. Massima severità nei confronti dei responsabili», afferma in una nota il sottosegretario alla Salute,
Francesca Martini. «Quanto accaduto durante una trasmissione in onda su un canale televisivo del servizio pubblico - si legge nella nota - è di una gravità assoluta. Mi riservo di intraprendere ogni azione del caso e scriverò all'Autorità garante e al direttore generale dell'Azienda affinché vengano presi provvedimenti severi di fronte a dichiarazioni non solo illecite ma anche lesive di una sensibilità, fortunatamente sempre crescente, dei cittadini nei confronti degli animali».
I gatti sono animali d'affezione tutelati dalla legge 281 del 1991 che nell' art. 1 comma 1 recita: «Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favoriràla corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l'ambiente». Inoltre la Convenzione europea di Strasburgo per la protezione degli animali da compagnia reca norme particolarmente severe per la loro protezione, ricorda Martini. «Ai responsabili di quanto accaduto - afferma ancora - potrebbe venire imputato il delitto di istigazione a delinquere previsto dall'art. 414 del Codice Penale, in quanto l'art. 544-bis dello stesso Codice Penale sancisce che "chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi"». «La magnificazione della bontà della carne felina e l'incoraggiamento al suo consumo, tanto più in una trasmissione di grande ascolto - conclude il sottosegretario alla Salute - rappresentano l'esaltazione di un fatto di reato poiché tale condotta è di per sé idonea all'imitazione».